Stampa questa pagina
Mercoledì, 21 Maggio 2014 00:00

Il ritorno di Godzilla

Scritto da
Vota questo articolo
(4 Voti)

Ritorna sul grande schermo, a 60 anni di distanza dal primo film di Ishiro Honda, il "kaijü" (mostro di fantasia in giapponese) più famoso della storia del cinema: Godzilla.

Il giovane regista inglese Gareth Edwards si è addossato con spavalderia l'ingrato compito di misurarsi con un personaggio molto amato dal pubblico, riuscendo nell'impresa di non far rimpiangere lo scialbo remake di Roland Emmerich del 1998.

La storia non si discosta dallo spirito originario della saga: in Giappone, una scossa dalle cause ignote provoca la distruzione di un impianto nucleare. Lo scienziato Joe Brody (Bryan Cranston) perde la moglie nell'incidente e non si dà pace per scoprire le vere ragioni del disastro. Dopo quindici anni, il misterioso evento si ripete e minaccia il mondo intero. Due M.U.T.O (Organismi Terrestri Massivi Non Identificati), giganteschi parassiti radioattivi, mettono a repentaglio la sopravvivenza del genere umano, risvegliando dal suo sonno il “Predatore Alfa”.

Il Godzilla 2014, colossale lucertolone di 100 metri un po' sovrappeso e dall'aria quasi simpatica, non delude le aspettative ed è molto fedele all'originale. Edwards costruisce il suo ingresso in scena in modo molto progressivo, centellinando le sue apparizioni. L'attesa c'è senz'altro, ma la scelta di  mostrare il protagonista appena 26 minuti su due ore di film rischia di essere controproducente. 

Molto più spazio viene volutamente concesso alla letale coppia di M.U.T.O e agli esseri umani, il vero punto debole della pellicola. Non capita molto spesso di vedere un cast di pregio così ampiamente sottovalutato: il talento di Bryan Cranston e di Juliette Binoche è sprecato in una manciata di minuti, e David Strathairn risulta appiattito nel solito ruolo del militare ottuso e sordo al buonsenso. Le interpretazioni del resto degli attori appaiono statiche e inespressive, per probabili limiti recitativi (nel caso di Aaron Taylor-Johnson ed Elizabeth Olsen) o per svogliatezza (Ken Watanabe).

È evidente l'intento del regista di costruire qualcosa di diverso dal solito blockbuster catastrofico, ma a mio avviso il tentativo di trasformare Godzilla in una sorta di correttore darwiniano in grado di ripristinare l'equilibrio naturale del mondo non può dirsi riuscito del tutto.

Nonostante l'enfasi sulla questione nucleare e sul ruolo al tempo stesso benigno e maligno della Natura nel punire l'arroganza umana, in realtà le uniche scene che rimangono veramente impresse sono quelle degli scontri tra il lucertolone e i due M.U.T.O, che non si discostano per niente da un film “tutto cazzottoni ed effetti speciali” come Pacific Rim.

Il bambino di 9 anni che è in ognuno di noi gioisce nel vedere tre mostri che se le danno di santa ragione distruggendo grattacieli e non si chiede se abbia senso pensare di eliminare dei parassiti giganteschi che sgranocchiano testate nucleari come caramelle.... con una testata nucleare. Probabilmente il nostro bambino interiore è così esaltato dal raggio radioattivo di Godzilla da non domandarsi neppure come possa una bomba atomica così potente che “in confronto quelle del '54 erano petardi” esplodere a 200 metri da San Francisco senza causare conseguenze.

Ma è Godzilla, gente! La trama è irrilevante. 

Se soltanto se lo fosse ricordato anche Edwards, forse il risultato sarebbe stato più divertente. 

Voto: 3 stelle su 5

Immagine liberamente tratta da www.moschebianche.it

Ultima modifica il Martedì, 20 Maggio 2014 22:31
Irene Polverini

Nata in provincia di Firenze il 3 ottobre del 1988, nel maggio 2012 mi sono laureata alla Facoltà di Scienze Politiche in Media e giornalismo e attualmente frequento la specialistica in Scienze della politica e dei processi decisionali. I miei interessi sono rivolti alla politica e all'arte in tutte le sue forme, in particolare alla letteratura, al fumetto d'autore e al teatro, che seguo e pratico da anni.

Ultimi da Irene Polverini

Devi effettuare il login per inviare commenti

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.