Giovedì, 16 Gennaio 2014 00:00

Il capitale umano: il Virzì che non ti aspetti

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L'adattamento di un romanzo noir ambientato nel Connecticut poteva sembrare una sfida troppo ambiziosa per Paolo Virzì, che negli anni ci ha abituato a ritratti intimistici e familiari dell'Italia provinciale. 

Il capitale umano si rivela invece, a sorpresa, il suo film più maturo e potente, ottimamente scritto, girato e interpretato.

Un cameriere da catering viene travolto da un SUV mentre torna a casa in bicicletta a notte fonda e viene lasciato agonizzante sul ciglio della strada.  Questo evento drammatico, in un lento affiorare di indizi e dettagli, andrà a incidere sulla vita di due famiglie di diversa estrazione sociale: gli Ossola e i Bernaschi.

Quasi parallelamente, la narrazione di Virzì si dipana in tre capitoli, dedicati ai tre personaggi principali, Dino, Carla e Valeria, e solo nel quarto e ultimo capitolo la trama è completamente spiegata, in un epilogo che non può lasciare indifferente lo spettatore.

Ottima e oculata la scelta del cast, tanto che è difficile stabilire quale attore spicchi sugli altri. Fabrizio Bentivoglio (Dino Ossola) offre una magnifica interpretazione dell'italiano medio, patetico, viscido e arrivista, che sarebbe pronto pure a vendersi la mamma pur di realizzare facilmente il colpo della vita. Non deludono le aspettive neppure Fabrizio Gifuni (Giovanni Bernaschi), squalo della finanza che invece la mamma se l'è già venduta, e senza tanti rimpianti, e Valeria Bruni Tedeschi (Carla Bernaschi), moglie perfetta e depressa col sogno del teatro, offuscata dalla noia e dal troppo avere.

La scelta di Virzì di ambientare la vicenda in un immaginario paesotto della Brianza ha sollevato un polverone di inutili e ingiuste polemiche da parte di alcuni esponenti della Lega Nord, che lo hanno accusato di fare cattiva pubblicità al territorio.  

In realtà Il capitale umano non è affatto un film di propaganda anti-milanese, ma piuttosto anti-italiana. Ad essere messa alla berlina è l'Italia oscura e corrotta dei nostri tempi, popolata di personaggi meschini e spietati che fingono di non vedere il marciume o ne traggono vantaggio. Personaggi che, come riassume efficacemente Carla in una battuta del fim, “hanno scommesso sulla rovina di questo Paese e hanno vinto.”

[Voto 8/10]

Italia - Francia 2014, drammatico, 109', regia di Paolo Virzì

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Gennaio 2014 21:11
Irene Polverini

Nata in provincia di Firenze il 3 ottobre del 1988, nel maggio 2012 mi sono laureata alla Facoltà di Scienze Politiche in Media e giornalismo e attualmente frequento la specialistica in Scienze della politica e dei processi decisionali. I miei interessi sono rivolti alla politica e all'arte in tutte le sue forme, in particolare alla letteratura, al fumetto d'autore e al teatro, che seguo e pratico da anni.

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