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Lunedì, 16 Giugno 2014 00:00

Congresso ARCI: un impero che colpisce ancora

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Se volessimo rispondere con una battuta allo slogan più in voga fra i sostenitori di uno fra i due candidati alla presidenza dell'Arci nel primo appuntamento congressuale di Marzo, riferito a quell'Arci nella quale “non ci sono periferie dell'Impero”, potremmo prenderla in prestito dalla storia del cinema: l'Impero, per bene o male che sia, colpisce ancora.

Si è infatti concluso con l'elezione della fiorentina Francesca Chiavacci l'ultimo ed inedito appuntamento del Congresso dell'Arci a Bologna. Un definitivo “scongelamento” del congresso giunto dopo tre mesi di mediazioni, cominciate quel 16 marzo in cui l'associazione aveva perduto la sua sessantennale coesione fra lo stupore e lo sbigottimento di tutto il suo mondo fatto di circoli e Case del Popolo.

Mediazioni che alla fine hanno premiato, per così dire, la candidata di quelli che venivano additati come poteri forti all'interno dell'associazione dai promotori della candidatura di Filippo Miraglia, eletto vicepresidente, già responsabile immigrazione e asceso all'onore delle recenti cronache per aver tentato l'assalto all'associazione con parole d'ordine che facevano riferimento ai circoli, alle basi associative nei territori, con particolare accento alle vaste aree geografiche del paese (sud e nord-est) che da sempre soffrono il peso delle regioni “rosse” e campionesse del tesseramento.

Situazione che in realtà, al di la dei semplici scontri fra “territorialisti” e non, fra coloro che fanno valere uno storico radicamento nelle regioni e coloro che volevano un cambio di passo, strizzando l'occhio ai movimenti e sognando un presidente dal maggiore peso politico, vi era anche uno scontro tutto incentrato sull'organizzazione. Una struttura che nel corso degli anni, un po' per la crisi economica che attraversa il paese e pesa tanto sul tesseramento quanto sui tanti bandi attraverso i quali l'associazione sviluppa le sue attività, un po' per gli stravolgimenti di una sinistra che oggi lascia l'Arci di fatto sempre più orfana, ha finito per scontrarsi con la necessità di una seria riflessione circa il taglio, o quanto mento la ristrutturazione in termini qualitativi e retributivi, di tutto il suo apparato dirigenziale. Ecco quindi la genesi dei due fronti, rappresentati da colei che oggi è la prima donna alla guida dell'associazione in sessant'anni di storia, Francesca Chiavacci, oggettivamente appoggiata dalle regioni forti che hanno sempre dominato l'organizzazione (Toscana ed Emilia in primis) e da Filippo Miraglia, rappresentate di un rinnovamento che, anche questo dobbiamo dirlo, guarderà alle periferie ma parte tutto da Roma, da quella dirigenza nazionale uscente della quale esso stesso faceva parte.

Il tutto, infine, va a concludersi ad un congresso in cui, almeno per adesso, la mediazione ha avuto successo ai calci di rigore, dopo la presidenza di un Paolo Beni accusato da entrambe le parti di aver gestito troppo tardivamente una frattura che forse poteva evitare a monte. Una buona notizia, comunque, che fa il pari con l'elezione a Presidente Onorario dell'organizzazione della storica corrispondente e giornalista de il manifesto Luciana Castellina.

Restano della giornata di oggi le speranze per un sincero rinnovamento (strutturale, culturale, economico) di un'organizzazione nella quale però non tutto fa pensare ad una definitiva chiusura del conflitto, potenzialmente rinfocolato, per chi vuole leggere in profondità i fatti congressuali, dai numeri esigui che differenziano presidentessa e vicepresidente nell'elezione (160 voti favorevoli per Chiavacci, 142 e tante bianche per Miraglia) e dai numeri esigui e ben più importanti che separano i due all'interno del neo-eletto consiglio (un centinaio, pare, per la presentessa, una ventina in meno per il vice). Il tutto condito dalla decisione di votare a scrutinio segreto entrambe le cariche, presidente e vicepresidente, mettendole di fatto su un medesimo piano di rilevanza e malgrado il fatto che la seconda carica è, per statuto, eletta a seguito di una proposta tutta del presidente.

Tecnicismi e dietrologie alle spalle, il XVI Congresso nazionale dell'Arci si è infine concluso con un tributo alla memoria di Tom Benetollo, presidente dell'associazione fino al 2004, che giunge a pochi giorni (il 20 giugno) dal decennale della scomparsa.


Francesca Chiavacci: una biografia


La nuova presidentessa nazionale dell'Arci nasce a Firenze nel 1961. Inizia a svolgere attività politica nei collettivi studenteschi e successivamente, a partire dalla vicenda dei missili Cruise a Comiso, é attiva nel movimento pacifista italiano. Sin dagli anni '80 è impegnata nell'associazionismo dell'Arci. A Firenze nel 1987 è tra le fondatrici di “Allosanfan”, associazione nata per fornire servizi agli studenti universitari e promuovere attività culturali rivolte ai più giovani. Nel 1992 viene eletta presidente del CAM, centro attività musicali, di Firenze, associazione di promozione della didattica e produzione musicale. Nel biennio 92-93 entra nella segreteria dell'Arci di Firenze con l'incarico di responsabile delle attività culturali. Accanto all'impegno nell'associazionismo, l'attivismo nei partiti di sinistra e nelle sue organizzazioni giovanili. Dall'89 al 91 viene chiamata a Roma nell'Ufficio Stampa della FGCI prima e nella Sinistra giovanile nazionale poi. Al 1994 risale l'elezione alla Camera dei Deputati. La carica di Deputata verrà confermata nel 1996. Nel corso della sua attività parlamentare, Chiavacci é stata componente della Commissione Difesa, della Commissione Affari Sociali, ha ricoperto il ruolo di Vicepresidente della Commissione Speciale per l’Infanzia ed é stata relatrice del disegno di legge sull'obiezione di coscienza. Nel 1997 entra nel CdA dell'Istituto degli Innocenti di Firenze e vi rimarrà fino al giugno del 2009. Nel 1999 viene nominata dal Comune di Sesto Fiorentino presidente dell’Istituzione per i Servizi educativi, culturali e sportivi 'Sestoidee', incarico ricoperto fino al 2004. Nel 2003 fa ritorno in Arci, rientrando nella segreteria del comitato fiorentino e occupandosi di politiche per l'infanzia. Un anno più tardi, nel 2004, è eletta Presidente di Arci Firenze al Congresso Straordinario e l'incarico viene confermato nei due Congressi ordinari successivi (2006 e 2010). Oltre a ricoprire ruoli da dirigente politico in Arci Toscana, é stata una dei componenti dell'ufficio di Presidenza Nazionale dell'Arci e della Presidenza Nazionale di Ucca. Nel 2009 Francesca Chiavacci viene eletta Consigliere Comunale a Firenze, incarico che manterrà fino alle sue dimissioni nel settembre 2013. Attualmente fa parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Water Right Foundation.
(biografia tratta dal sito dell'Arci).

Immagine tratta da: www.arci.it

Ultima modifica il Lunedì, 16 Giugno 2014 12:38
Amilcare Cipriani

«Uomo di poche idee, semplici ma ferme».

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