Lunedì, 05 Febbraio 2018 00:00

Senza pretese: da Macerata

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Senza pretese: da Macerata

Riceviamo da una persona che vive a Macerata questo contributo arrivatoci sabato, con richiesta di pubblicazione in forma anonima, che rispettiamo.

Macerata la dormigliona, Macerata “Civitas Mariae”!

La bianca, la candida, l'insofferente cittadina di quarantamila anime si sveglia tardi col delitto di paese poco più che cominciato.

Il ballo in maschera parte felice con quattro colpetti, uno qui, uno lì, uno su ed uno giù... E si aprano le danze! Mentre la solita routine del centro, fatta d'azzeccagarbugli e preti collo scudo crociato in fronte, –supinamente ed adagio adagio– fiorisce, un omuncolo procede nella sua vendetta personale.

Una Batmobile made in Italy parte a fare giustizia in nome dell'italica gente. Uno scatafascio, pistolettate su tutto ciò che abbia una parvenza di nero, eppure l'attempato figlio della lupa maceratese ha tant'altre cose nere: il cuore, l'anima e la fede politica, ma forse un poco tinta di verde padano.

L'uomo in questione è stato fermato dopo aver sparato nella zona residenziale degli immigrati, poi nelle vie fuori porta, verso la proletaria Piediripa ed infine l'arresto, forse calcolato, dinanzi al monumento ai caduti, teatralizzato sino al macabro ed al comico dal tricolore ed il saluto fascista.

Come si sarà capito, si parla dei Fatti di Macerata, di quel fascista che non soltanto ha progettato ed agito la sparatoria in Via dei Velini, Via Spalato e Corso Cairoli. Ma che ha di fatto infuso una nuova forma al terrorismo nella già da poco non più sopita Cittadina.

Quella soporifera vita di gretti borghesotti democristiani ed avvocatuncoli, simbolo dello Stivale nella sua fase più autoreferenziale e decadente possibile, malgrado la loro incoscia ignoranza, è stato interrotto da ben altra ferocia che quella islamica, come in molti trepidavano, ma dalla destra che invocava la civiltà di Roma e la Cristianità imperiale, che invocava le pensioni patriottiche ed il perfetto balilla.

Eccolo qui, il balilla, ormai navigato, ma pregno di universalistici messaggi di carità (solo per i poveri italiani), di pace (per le anime del ventennio) e d'amore (per l'Italia regina dei Tempi)!

Ciò che è accaduto oggi non è un semplice gesto d'un fascista di quart'ordine; ciò ch'è occorso oggi è sintomo dell'evoluzione –o sprofondamento ad aperte cataratte– del fascismo becero colto in flagrante atto situazionista senza più pretese ideologiche o teorie biologico-cospirazioniste antisemite.

Per fare la chiosa: squadrismo del XXI Secolo.

L'avvento della Reazione come puro e selvaggio stragismo non è un ritorno di fiamma del neofascismo degli Anni di Piombo, anzi è un nuovo prodromo agli eventi futuri di uno squadrismo latente, nutrito dal lassismo.

Questo è il rinculo non soltanto di anni ed anni di odio razzista, di propaganda anti-immigrati e stolido suprematismo da KuKlux Klan, ma anche della più bieca e borghese indifferenza per le problematiche delle condizioni di vita dei cittadini sia immigrati, per via del circolo vizioso della falsa integrazione prêt-à-porter, e dei nativi, ormai assopiti nella gabbia aurea del disinteresse e del lassismo.

Il Melting Pot malriuscito e la semighettizzazione nei quartieri dentro e fuori le mura, recludendo in contesti sociali escludenti ambo le parti non è stata e non sarà la soluzione, come alcuni dicono su internet, ma un fattore che scatena dinamiche fatali come questa. È de facto un problema ineludibile che oramai s'è reso evidente colla pazza scorribanda di un megalomane pronto all'azione. Una miccia lì lì sul prender fuoco e non una bomba esplosa per accidente, che, se ignorata o sottovalutata, si ripercuoterà sulla cittadinanza –e sull'Italia tutta– tutti i nefasti ricorsi storici assai sgradevoli dello Squadrismo fai da te in aria di Postmodernità.

Non quest'uomo, però, bisogna semplicemente punire, ma tutta la solerte istituzione e buona società di mercanti e politicanti del Bel Paese di cui sopra, perché se oggi i programmi d'integrazione fossero supportati con serietà dallo Stato, se l'immigrazione non fosse mercimonio dei contrabbandieri libici e fosse regolata con Giustizia ed Umanità, ora sarebbe veramente dolce navifar sull'increspar di flutti e non abietto in questo abisso ferino e vermiglio delle salmastre membra di profughi e di vittime dell'esclusione.

Oramai Via dei Velini è una giudaria, ma nessuno ne ha parlato sinora, tutti si chiedevano come si potessero materializzare mendicanti e vucumprà senza pensare a come lo scaricabarile burocratico, di carica in carica, abbandonasse costoro all'infausta decisione di chiedere l'elemosina, prostituirsi o vivere nell'illegalità.

Diceva il Maestro: «Non tutti nella Capitale sbocciano i fiori del male, qualche assassinio, senza pretese, lo abbiamo anche noi in paese».


Immagine di copertina: Paul Gauguin, L’onda (1888); olio su tela, 49×58 cm, collezione privata, New York, liberamente ripresa da wikimedia.org

Ultima modifica il Domenica, 04 Febbraio 2018 19:53
Amilcare Cipriani

«Uomo di poche idee, semplici ma ferme».

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