Nella stessa giornata, sabato 18 giugno 2016, l'Onda Pride è tornata a travolgere pacificamente con tutto l'orgoglio lgbti le città di Treviso, Varese, Genova e Palermo. Da nord a sud, passando per il centro, per Firenze, per la Toscana.
Dal documento politico del comitato promotore, espressione delle organizzazioni lgbti presenti sul territorio regionale, il Toscana Pride “si pone come obiettivo la parità dei diritti, la tutela dei singoli e delle singole, la legittimazione dei legami affettivi e genitoriali e la laicità delle istituzioni (…) si adopera per dare voce a tutte le rivendicazioni di lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali, dall'uguaglianza giuridica a politiche concrete di inclusione sociale e welfare”.
Per questo, “al fine di contrastare ogni forma di discriminazione e garantire i diritti per tutti e tutte, è necessario adottare un approccio multisettoriale e intersezionale, facendosi carico di una complessità che attraversa gruppi e categorie, in un mosaico che deve essere il più possibile inclusivo”.
Ed è per questo che è stato scelto un logo esagonale, per riprendere la forma della regione Toscana, con i sei colori del rainbow, ognuno con una propria specificità legata agli obiettivi del percorso politico.
Infine, come se fosse stato previsto questo appuntamento con la storia, “il nostro sguardo è sempre rivolto a quello che sta accadendo nel resto del mondo, all’orizzonte di libertà e uguaglianza che vogliamo conquistare per tutti e tutte”.
Ed è stato anche questo il Toscana Pride di Firenze: il miglior modo per onorare la memoria delle 49 vittime della strage di Orlando. Per questo, e per esprimere solidarietà e vicinanza alle loro famiglie, così come a tutte le vittime dell'odio e della violenza di matrice omotransfobica, è stato osservato un minuto di silenzio al termine del colorato e gaio corteo che ha sfilato per il centro della città partendo da Piazza D'Azeglio per concludersi in Piazza Indipendenza.
Una manifestazione partecipata e riuscita oltre ogni ben rosea aspettativa, al di là del solito balletto dei numeri. Un Pride a cui hanno aderito un'eterogenea moltitudine di soggetti individuali e collettivi lgbti friendly, e non di quelli dell'ultima ora perché ormai sarebbe quasi “politicamente scorretto” non farlo. Dall'Arci, alla Cgil, dai collettivi e sindacati studenteschi, alle “Mamme No Inceneritore”, passando per i partiti di sinistra rimasti fuori dall'arco parlamentare nell'ultimo decennio.
Una questione a parte le adesioni e i patrocini istituzionali, davvero tanti, con l'imbarazzante assenza del comune di Firenze, insieme ad Arezzo l'unica città capoluogo di provincia a non essere scesa in piazza con il proprio gonfalone. Eppure i principali esponenti dell'amministrazione comunale, che ricordiamo ha una giunta monocolore PD, erano in piazza a titolo personale, a partire dal primo cittadino, il compagno Dario Nardella.
Ah giusto, dimenticavo che in fondo per molti il Pride è ancora e soprattutto una carnevalata, mica una manifestazione politica. E allora Nardella, che sarà senz'altro tra questi ultimi, era al posto giusto. L'importante è che ne fosse convinto lui, perché noi, alla testa del corteo, non è mancato per nulla.