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È la libertà che guida il popolo
Per chiudere questo anno abbiamo scelto come copertina un'immagine non tematica, chiedendo al "nostro" Cristiano Felloni un'immagine legata al filone della Rivoluzione Francese inaugurato con la tessera dell'associazione 2015 ("Ai monarchi il perdere la testa, al popolo l'usarla"). La libertà che guida il popolo l'autore l'ha immaginata con la bandiera della causa kurda, che resiste alla barbarie dell'ISIS. Un'immagine forte, forse, ma certamente di impatto.
Chiudiamo i supplementi cartacei al nostro sito aggiornando alcuni temi che abbiamo toccato e misurando anche i limiti delle precedenti analisi (nessuno di noi aveva previsto la vittoria di Corbyn all'interno della crisi del laburismo inglese).
- Mondo del lavoro: un'analisi di classe (pag. 04)
Articolo di Alex Marsaglia
- Il disgregarsi delle forme date (pag. 08)
intervista a Giovanni Mazzetti
- Sulla verticalizzazione del governo delle cose (pag. 11)
Articolo di Leonardo Croattoi
Tutto cambiò nel 1914: il Quarto Stato portato in guerra
La Prima Guerra Mondiale è stato, nel nostro continente, un conflitto diverso dai precedenti che hanno flagellato l'Europa durante tutta la propria storia. Devastazioni immense, milioni di caduti, stravolgimenti politici e sociali avvenuti durante ed al termine della guerra, hanno prodotto cambiamenti irreversibili nella mappa dell'Europa e di parte dell'Asia e dell'Africa.
- Il movimento operaio italiano e la guerra (pag. 03)
Articolo di Alexander Höbel
- Lenin e la guerra (pag. 06)
Articolo di Luigi Vinci
- Trieste "maledetta" (pag. 11)
Intervista a Piero Purini a cura di Roberto Capizzi
- Come cavalli che dormono in piedi (pag. 15)
Recensione di R.C.
Appunti di ereticità: elementi sulla redistribuzione delle opportunità
Nell’ambito della molteplicità delle posizioni espresse possono apparire sfumati, ad un occhio non esperto, i tradizionali confini ideologici esistenti tra le diverse scuole di pensiero. Importanza cruciale, negli ultimi anni, hanno assunto sulla grande stampa internazionale, le riflessioni del Professor anglo-indiano Amartya Sen.
- Capacità e funzionamenti (pag. 03)
Redazionale
- Niti e Nyaya possibili strumenti di lettura della crisi europea? (pag. 05)
Articolo di Luca Reggiani
-La globalizzazione delle opportunità (pag. 09)
Articolo di Calogero Laneri e Gerlando Terrana
- La democrazia degli altri (pag. 12)
Articolo di Roberto Capizzi
- Confessioni di un marxista irregolare e bibliografia (pag. 14)
Articolo di R. C.
L'insostenibile leggerezza della democrazia e le nuove destre
Se la velocità con la quale le contraddizioni del sistema vengono alla luce èsempre maggiore, la stessa velocità non può essere attribuita a chi dovrebbe trovare l’alternativa, dare una risposta. Tolte alcune eccezioni in Europa non esiste al momento una sinistra coesa che sia in grado di far presagire, quanto meno, la possibilità di un superamento dello stato di cose attuali e della costruzione di un’alternativa. Ciò lascia, gioco forza, spazio alle destre.
- Estrema destra in Europa (pag. 04)
Intervista a Matteo Albanese di Chiara Del Corona e Lorenzo Palandri
- Polonia: tra punti comuni e varianti (pag. 07)
Articolo di Jacopo Vannucchi
- La rinascita delle destre europee (pag. 10)
Articolo di Marco Saccardi
- La democrazia alla prova di Alba Dorata (pag. 14)
Articolo di Xrisa Ziridou
Di eserciti di riserva e sfruttamento
Alle forze di sinistra spetta un ruolo importante: fornire una soluzione politica e umana che sia un’alternativa valida all’intolleranza populista e xenofoba che erge barriere e muri e che fomenta il razzismo più bieco.Ad una migliore e più approfondita informazione, compete il dovere di fornire dati reali sul fenomeno dell’immigrazione, sfatando miti e luoghi comuni che non hanno niente o quasi di fondato. E ad ognuno di noi spetta lo sforzo e il coraggio di rispondere alle domande sul cosa siamo e cosa vogliamo essere.
- Il volto mostruoso dell'Europa (pag. 04)
Intervista a Pape Diaw di Chiara Del Corona
- Essere stranieri, essere cittadini (pag. 08)
Articolo di Elena De Zan
- Il costo umano del controllo delle frontiere (pag. 10)
Articolo di Giorgia Mirto
- Le radici del razzismo (pag. 13)
Articolo di Alex Marsaglia
Senza sindacato, senza partito
All'interno del movimento operaio occidentale, quello che si sviluppa nel contesto delle democrazie parlamentari, si sono registrati modelli opposti. Citiamo brevemente quello inglese e quello italiano, semplificando. Da una parte le trade unions che di fatto determinano la linea dei progressisti britannici (a lungo il Labour è uno dei due
principali partiti inglesi). Dall'altra un Partito Comunista Italiano da cui deriva (seppure in progressiva autonomia) la Cgil ("il sindacato" italiano pereccellenza). Oggi si tratta forse di comprendere da dove nascono le organizzazioni dei lavoratori, quali risposte diverse possono essere date a problemi comuni.
- Rappresentanza politica e sindacale (pag. 03)
Articolo di Alessandro Rapezzi
- Dall'altra parte della Guerra Fredda (pag. 04)
Articolo di di Tod Rutherford
- Coalizione sociale e contro il Capitale (pag. 07)
Articolo di Alex Marsaglia
- Labour Party e trade unions (pag. 09)
Articolo di Jacopo Vannucchi
- Rappresentanza sociale e politica (pag. 12)
Articolo di di Manuele Marigolli e Maurizio Brotini
L’urbanizzazione è uno dei tratti più salienti delle società moderne.Ad oggi,il 54% della popolazione mondiale vive in città. Percentuale che dovrebbe salire al 66% entro il 2050 secondo le stime fornite lo scorso annodall’ONU. La gestione delle aree urbane diventa così una delle sfide più impegnative del XXI secolo: servizi, trasporti, sanità, istruzione, sostenibilità ambientale sono tutti problemi che passano per la crescita esponenziale di persone che abiteranno le già brulicanti megalopoli mondiali. E d’altra parte, lo sviluppo economico,l’applicazione tecnologica,le novità culturali, passano tutte attraverso il tessuto urbano.
- La nuova città globale e le sue diseguaglianze (pag. 03)
Articolo di Alessandro Zabban
- La gestione del territorio e delle città (pag. 06)
Intervista di Lorenzo Palandri a Alberto Ziparo
- Il ritorno dei non luoghi (pag. 09)
Articolo di Alex Marsaglia
- Los Angeles 1965 (pag. 12)
Estratto di Betty Gilmore
Il compromesso socialdemocratico, realizzato nei Paesi occidentali durante i trent’anni postbellici, nasceva tra due contraenti (capitale e lavoro) inquadrati entrambi nell’economia reale e in particolare nella produzione industriale. In un periodo di crescita economica sostenuta il capitale accettava di cedere parte dei profitti al salario e parte allo Stato, che dal canto suo si incaricava di bilanciare ulteriormente questa ripartizione (con programmi di assistenza sociale, creazione di lavoro pubblico o sussidi alle imprese stesse). Dopo la golden age questo compromesso è stato sgretolato dall’intrecciarsi di vari fenomeni.
- Socialdemocrazia: un primo quadro generale (pag. 03)
Articolo di Jacopo Vannucchi
- Il riformismo passato del XXI secolo (pag. 05)
Articolo di Dmitrij Palagi
- Sinistra radicale o riformismo radicale? (pag. 08)
Articolo di Alex Marsaglia
- Le basi assenti della socialdemocrazia (pag. 11)
Articolo di Jacopo Vannucchi
- Ultima possibilità in Portogallo? (pag. 14)
Articolo di Daniele Coltrinari
Ritorno al passato: identità, memoria e presente
Il rapporto che abbiamo con il nostro passato contribuisce a definire ciò che siamo. Abbiamo scelto di intervistare dei protagonisti della vita sociale italiana e di interrogarli su come vedono i processi che hanno attraversato. Troverete visioni consapevolmente di parte, ben argomentate. Siamo convinti che sia più utile un approccio simile, piuttosto che scegliere un ambito accademico astratto o celare le opinioni di chi si esprime.
- Il sapore della storia (pag. 03)
Intervista a Valerio Evangelisti
- Il motore della storia (pag. 08)
Intervista a Ezio Gallori
- Storia, una non scienza (pag. 11)
Articolo di Rosa Matucci
- Passato prossimo e sindacato (pag. 12)
Intervista a Giorgio Cremaschi
- Negazionismo, nuova legge e problematiche (pag. 14)
Articolo di Marco Saccardi
- Mondine in campo (pag. 15)
Sul libro di Barbara Imbergamo
C'era una volta in Italia: dai partiti di massa alla rappresentanza in crisi
Il biennio 89-91 con la fine dei sistemi a democrazia popolare e con le inchieste di tangentopoli - le quali cancellano gran parte del precedente sistema politico - in Italia, rappresenta a nostro avviso uno spartiacque che lancia una sfida a chi si pone il tema della rappresentanza delle classi subalterne.
- Se il compagno ciclostile si è inceppato (pag. 03)
Articolo di Carmelo Albanese
- Movimento 5 Stelle: soluzione o aggravamento (pag. 07)
Articolo di Roberto Capizzi e Calogero Laneri
- Una regolata (piccola) ai partiti (pag. 10)
Articolo di Gabriele Maestri
- Una questione (anche) di comunicazione (pag. 13)
Articolo di Diletta Gasparo
- Una crisi di rappresentanza (pag. 14)
Intervista all'Onorevole Sergio Boccadutri
Non è più tempo per la democrazia
Mentre studiosi di scienze politiche e sociali di caratura mondiale ci dicono che la democrazia così come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi in Occidente è in pericolo o addirittura finita (è proprio il celebre saggio di C. Crouch "Postdemocrazia" ad aver allarmato i più) in questo numero della rivista abbiamo tentato di restituire uno spaccato della situazione attuale partendo da analisi su casi concreti.
- Tornare ad essere "di parte" (pag. 03)
Intervista a Carlo Formenti
- Accordi che tolgono diritti (pag. 05)
Intervista a Vittorio Agnoletto
- Democrazia cercasi (pag. 11)
Sul libro di Stefano G. Azzarà
- Se emergono altri paesi (pag. 14)
A colloquio con Tommaso Nencioni
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