Collettivo Kinoglaz
È una mite mattina d'inizio gennaio, Palermo sembra una bella addormentata che riposa tra lenzuola intrise di malinconia nel giorno dopo della festa. Raggiungiamo Letizia Battaglia nel suo appartamento al centro della città. Ci apre la porta lentamente, si affaccia dalla fessura, Pippo riesce ad uscire in corridoio e non smette di abbaiarci. Con un urlo deciso Letizia lo richiama e con la stessa voce potente e sicura ci invita ad entrare. La casa è il suo riflesso: fotografie appese alle pareti, i ricordi e gli amori sono lì. Tutto ciò in cui crede e ha creduto, ma soprattutto quello per cui ha lavorato una vita.
Opera attivamente già dalle seconda metà degli anni '70, impara a fotografare sul campo; scatto dopo scatto, rullo dopo rullo, la sua tecnica si perfeziona sempre più. Le immagini di cronaca realizzate per il giornale “L’Ora” l'hanno resa un'icona all'interno del panorama fotogiornalistico del secolo scorso. I suoi scatti hanno creato la memoria fotografica degli anni in cui Palermo fu il teatro della guerra tra cosche mafiose; ma lei, come tiene a precisare, non è la fotografa della mafia. Altrettanto degno di nota è il lavoro di documentazione su una Sicilia parallela: immagini di quotidianità e di festa, ritratti di donne e bambine, attraverso le quali racconta la sua visione della realtà.
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