Martedì, 20 Marzo 2018 00:00

L'offensiva turca contro Afrin

L'offensiva turca contro Afrin

Una bella illustrazione di Zerocalcare spiega meglio di mille parole il disinteresse generalizzato che avvolge l’operazione militare turca nel distretto di Afrin.

Se l’eroica resistenza di Kobane contro l’ISIS era stata celebrata ovunque, un silenzio glaciale avvolge la carneficina annunciata di Afrin, contea del Rojava molto vicina al confine turco e oggetto degli interessi strategici di Erdogan, intenzionato a colpire e reprimere con ogni mezzo qualsiasi forma di autoaffermazione del popolo curdo.

Pubblicato in A Dieci Mani

L’intervista è ripresa dal sito www.arciempolesevaldelsa.it e fa parte della campagna del Comitato Arci Empolese Valdelsa “Kurdi! Una Roccia è forte al suo posto”

Luigi D’Alife è il regista di Binxet – Sotto il confine, un documentario totalmente autoprodotto che racconta, attraverso testimonianze e spiegazioni schematiche ma approfondite, la situazione del popolo curdo sulla linea del confine che separa la Siria dalla Turchia. La striscia di terra che si trova sotto il confine si chiama appunto Binxet. Le persone incontrate qui sono persone comuni con alle spalle storie di lotta, di dolore, di resistenza e di amore toccante. Al documentario, frutto di cinque viaggi fatti dal regista in territorio curdo, ha prestato gratuitamente la propria voce Elio Germano. Abbiamo avuto modo di incontrare D’Alife domenica 16 luglio alla festa di Settembre Rosso -associazione affiliata Arci- in occasione della proiezione del suo documentario.

 

Pubblicato in Internazionale
Martedì, 08 Settembre 2015 00:00

Kurdistan: un problema

Di Marco Fantechi

Curdi, come le migliaia di vittime dei gas, lanciati su la città di Halabja (Kurdistan iracheno) dagli aerei di Saddam Hussein, il 16 marzo 1988.
Curdi, come Abdullah Öcalan, leader dei curdi di Turchia, arrestato a Roma, il 13 novembre 1998, espulso e consegnato ai servizi segreti turchi, all'ergastolo nel carcere militare di massima sicurezza turco nell'isola di Imrali.
Curdi, come i combattenti curdo-siriani che hanno respinto i tagliagole dell' ISIS dalla città assediata di Kobane.
Curdi, come le vittime dei bombardamenti "antiterrorismo" turchi degli ultimi mesi.
Curdi, fugacemente apparsi, ed osannati, sui media internazionali, ma, velocemente scomparsi davanti alle molte "Ragion di Stato" che gli si parano davanti.

Curdi, un problema...

Curdi di Siria, che, non solo, non si lasciano scannare delle milizie islamiche del Califfato, ma le respingono armi alla mano.
Curdi di Siria, che instaurano, nelle regioni abbandonate delle truppe governative di Bashar al Assad, un modello sociale che si può definire rivoluzionario.

... Un problema...

"Autonomia democratica" è il modello strutturato, di democrazia dal basso, che regola la vita delle aree sotto il controllo delle forze curde in Siria. Il Rojava. "Una testa un voto" è il principio che regola la vita pubblica del Rojava, sia politica che giuridica, come pure le attività economiche.
Base del percorso sono le Comuni, cellule di zona (50 case,2/3 strade) nelle città e nei villaggi dove si eleggono i rappresentanti. Loro portano le istanze alle Assemblee Rionali che le inoltrano alle Assemblee Regionali. Dai 5 ai 7 rappresentanti per Comune, mandato annuale/biennale, con potere del popolo di eleggere sostituti quando ritenuto necessario.
Rappresentanti uomo/donna per ogni vertice, compresa l'Assemblea del Kurdistan Occidentale(Mgrk) diretta da due personalità, con 33 componenti il Coordinamento Amministrativo.

La maggiore formazione politica presente è il Partito dell'Unione Democratica (PYD) di ispirazione marxista, fondato nel 2004, assieme al suo gruppo militare Forze di Autodifesa Curde (YPG) in alleanza con altri 16 partiti curdo-siriani, formano l' Assemblea Nazionale Curda della Siria (ENKS). Riconosciuta internazionalmente come Alto Consiglio di Unità Nazionale (sede ad Erbil, nel Kurdistan Iracheno semi-autonomo dal governo di Baghdad) partecipa alla Conferenza di Pace di Ginevra del 2013.
Dipendono dal Consiglio i Comitati della Diplomazia, dei Servizi Sociali e della Difesa. PYD è maggioritario nella Regione Popolare del Rojava, ma alcuni distretti sono amministrati da partiti di diversa impostazione ideologica o di altri gruppi etnici. Nelle assemblee, settimanali, delle Comuni, ci sono Commissioni su svariati temi e settori, compresi i Comitati Economici, che redistribuiscono i beni nella comunità e sostegno ai bisognosi e gli Organi di risoluzione dei conflitti, con modalità pacifiche della negoziazione. Nelle città, sono costituite Case delle Donne, Associazioni di assistenza alle famiglie, Centri culturali e artistici. Le attività economiche sono regolate come Cooperative, i cui utili garantiscono il sostentamento a numerose famiglie.
Il sistema anti-capitalista di base adottato, ha bloccato l'aumento di prezzo dei generi essenziali.

Questo sistema si è affermato nelle zone (Cantoni) di Cirze, area petrolifera, Efrin e Kobane, la città sull'Eufrate che ha resistito all'assedio delle milizie jahaidiste. Viene anche praticato nella regione di Aleppo, nelle aree sotto il controllo delle forze curde. Una rete di oltre cento municipalità garantisce i servizi di base, il controllo del territorio e la parità di genere, pratica che ha avuto visibilità internazionale con le foto delle combattenti donne che resistevano all'assedio di Kobane, come ci hanno mostrato (e subito dimenticato!) i media internazionali. Al fianco dei curdi sono anche gruppi di combattenti cristiani, assiri, arabi, yezidi che in questo progetto si riconoscono, contro l'ISIS e i suoi protettori.

Regione Popolare del Rojava... Un bel problema! Contro di loro si è scatenata l'offensiva di chi questo progetto colpisce, la Turchia del neo sultano Erdogan in primis, assieme ai finanziatori/protettori del Califfato, le petromonarchie del Golfo.

Pubblicato in Internazionale

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