La Corea del Nord intende rispondere colpo su colpo alle operazioni ostili condotte nell’Asia del Nord-Est da Repubblica di Corea e Stati Uniti (o viceversa a seconda dei punti vista). Dopo il lancio, a poca distanza di tempo, di tre missili a corto raggio che hanno salutato l'inizio delle esercitazioni congiunte RdC-USA, la RPDC ha lanciato martedì scorso (alle 5,58 del mattino, ora di Tokyo) un missile intercontinentale (forse un Hwasong-12) che ha sorvolato, secondo quanto riportato dal ministro della Difesa nipponico Onodera, i cieli del Giappone per schiantarsi nel Pacifico a 1.180 chilometri ad est di Capo Erimo, sull’isola di Hokkaido, 14 minuti dopo il lancio.
“E’ una minaccia senza precedenti, seria e grave, al nostro Paese” ha commentato nell’immediatezza dei fatti Yoshihide Suga, Segretario Generale del Gabinetto. Attivato alle 6,14 il sistema J-Alert (che avvisa la popolazione civile di mettersi al sicuro) da parte di Tokyo in 647 comuni di 12 diverse Prefetture. Subito è arrivata una risposta dalla Corea del Sud (il lancio di alcune bombe nei pressi del confine, un atto puramente dimostrativo) mentre Trump si è affrettato a ricordare nuovamente che “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
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