Lunedì, 13 Maggio 2013 00:00

La sinistra può prendere in considerazione la realtà? #1

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Breve e schematica riflessione per chiunque abbia come me il bisogno di capire e di agire.

 

È meglio fare, anche se in modo modesto, la cosa giusta... 

...che fare bene la cosa sbagliata.

Premessa.

Nello scrivere queste poche pagine vorrei intanto cercare di raggiungere due obiettivi, essere sintetico, perchè la sintesi è chiarezza, e scrivere in modo semplice e comprensibile, sia perchè non sono capace, ma soprattutto perchè usare un linguaggio per “addetti ai lavori”...

- è parte di quel problema che porta distanza tra il popolo da rappresentare e chi si propone di rappresentarlo, segna una differenza, è un muro che separa e che costruiamo noi,

- auto-limitando il pubblico di chi ci può leggere si limita la diffusione del messaggio... 

- impedisce a chi non ha sufficiente cultura o conoscenza della lingua di capire e di poter partecipare alla discussione,

- scoraggia chi non si sente in grado di comunicare in quel “linguaggio” a dare il suo contributo,

- non aiuta la chiarezza, anzi a volte lascia volutamente ambiguità e fraintendimento... Esempio. Bertinotti nel secondo governo Prodi parlava di “superare la precarietà” ognuno poteva leggere quel “superare” come voleva... era solo un gioco di parole!

Perché mi sono messo a scrivere?

Dopo molti anni di impegno in Rifondazione e nei Giovani Comunisti, i risultati reali del mio impegno sono stati vicini allo zero, quindi un anno fa ho iniziato questa riflessione che adesso mi sembra il momento di condividere. Non è che ci ho pensato un anno... ho solo lasciato alcuni appunti, alcuni pensieri a maturare dentro di me, cercando di osservare la realtà,  senza alcuna fretta che come ci diceva la maestra alle elementari, è cattiva consigliera. 

Ripartiamo quindi dall'inizio cercando di procedere per passi logici, scusate se sarò banale o scontato, serve a me.

 

Cos'è la sinistra?

La “sinistra” nasce per dare potere (e di conseguenza giustizia e diritti) a quella maggioritaria parte dell'umanità che per nascita, per condizione familiare, per casi della vita ecc... si trova ad essere sottomessa e sfruttata da altre soggettività o gruppi più forti. 

Principalmente attraverso processi produttivi ma anche tramite lo sfruttamento ambientale, la limitazione dell'accesso a dei diritti...

Come si fa quindi a “dare potere”? 

Mettendo insieme uomini e donne che organizzandosi fanno in modo che le loro individuali energie, intelligenze, risorse si moltiplichino diventando una forza in grado di cambiare la società. 

La logica conseguenza di queste due premesse è che quindi l'impegno e la fiducia delle persone nasce, cresce e dura, solo dove c'è chiarezza e coerenza del progetto politico. 

Dobbiamo quindi prima trovare i punti cardine (semplici ed oggettivi) intorno ai quali sollecitare un po' di persone a confrontarsi.

Per semplificare: abbiamo, oggi in Italia, una definizione di Sinistra che sia coerente con quanto finora esposto?

Non è facile cercare di mettere giù alcuni punti, alcuni possibili riferimenti, cercare di trovare un metodo condiviso nel definire queste “boe per la navigazione”.  Di sicuro è saggio evitare di agganciare i nostri valori e questa “definizione” a cose temporanee, mutevoli,che non dipendono da noi o solo puramente ideologiche.  

Ad esempio se noi dicessimo che la sinistra è tutto ciò che è a sinistra “di quello o di quell'altro partito” ci fregheremmo con le nostre mani, costruendoci totalmente subalterni, nella nostra auto definizione in qualcosa che dipende da altri. 

Metto dentro di me, mi definisco, con qualcosa che è fuori di me e che non dipende da me.

Se domani il PD diventa Leninista noi ci spostiamo più a sinistra? 

E se domani il PD diventa più legato ai grandi interessi della finanza e dei poteri forti? Ci si sposta più a destra per coprire quell'ipotetico spazio politico? Non avrebbe senso neanche questo...

Queste sono due formule di subalternità e di semplificazione che mi sento di mettere sullo stesso piano. Noi dobbiamo decidere cosa vogliamo fare, dove andare, poi vedremo di trovare nella realtà chi ci aiuta ad avvicinarci ai nostri obiettivi e chi invece ci ostacola. 

Non ha neanche senso definirsi attraverso singole battaglie o ad obiettivi... dire che è di sinistra chi fa opposizione ad un determinato governo non vuol dire niente, l'opposizione ad un governo è un obiettivo non un valore, (spiegherò questo concetto più avanti) e quando il governo finisce o cade? 

Bisogna tornare ad un tavolo a ridefinire cosa vogliamo, chi siamo ecc..? Ma non scherziamo!

Dobbiamo quindi cercare valori e riferimenti solidi che siano la stella polare ed un riferimento chiaro per chiunque voglia prima conoscerli e poi essere coinvolto nel portarli avanti.

Immagino che tra quelli che leggono molti si definiscano comunisti e pensino a quello come possibile valore/ideale. Il puro riferimento ideologico purtroppo, secondo me, non basta. 

Nel mondo ed in Italia, sotto falci e martelli, sotto stelle rosse ecc... si sono consumate grandi rivoluzioni e grande delusioni, basterebbe la semplice osservazione che in decine di elezioni politiche sulla scheda elettorale c'erano più simboli con la falce ed il martello per dedurne che il “simbolo” non basta ad unire né a darci la chiarezza che cerchiamo.

Marx diceva che bisogna tenere agganciate teoria e prassi, simboli e pratica, in Italia siamo stati maestri a fare il contrario. Non è un mistero che molti “compagni” si siano sentiti legittimati dal santino di Lenin appiccicato al muro a fare le peggio sconcezze, a vendersi per 30 denari... 

“Sono comunista comunista comunista, quindi posso fare tutto ciò che voglio perchè comunque è solo una tattica, perchè comunque vedo più lontano, perchè comunque in questa fase storica...” Quante volte abbiamo sentito scuse come queste per legittimare le peggiori porcate? 

Qualsiasi parola, ripetuta all'infinito, perde il suo significato, diventa solo un suono.

Io mi ritengo comunista, credo che una sinistra moderna e forte non possa non avere al suo interno e come motore anche quel tipo di analisi e di lettura del mondo, credo che sia inoltre un elemento di  importante garanzia di tenuta. Una sinistra, come dicevo prima, va ricostruita sui valori, non sulle identità.  Detto questo credo che sia necessario ritrovare le parole, ritrovare un modo di agire e di fare politica, la falce e martello serve ma non basta, in certi casi è stata anche dannosa. A sinistra spesso si è scelto di parlare solo con chi era comunista o solo con chi non era comunista, errori del genere li hanno fatti tutti, in un senso o nell'altro. I risultati li vediamo.

Io posso solo portare il mio contributo, i miei valori e quelle che secondo me sono i confini invalicabili della sinistra, questa definizione può costruirsi solo da un processo collettivo, approfondito e che necessita anche di un bel po' di tempo. 

I miei principali valori ad esempio sono: 

Giustizia sociale e diritti: come dice la nostra Costituzione all'articolo 3, dobbiamo “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. “ La radicale trasformazione della società in un modello giusto ed equo, dove a nessuno sia permesso di sfruttare nessuno, credo sia ancora un meraviglioso orizzonte a cui è dovere di ogni essere umano tendere.

Giustizia: non intesa come mera legalità, ma rispetto di giuste regole in modo che tutte le persone possano scegliere come condurre la loro vita nel rispetto di leggi condivise. Oggi questo valore lo tradurrei soprattutto in una lotta senza quartiere alle mafie, alla corruzione, all'evasione ed all'elusione fiscale, al lavoro nero.

Ambiente: Abbiamo un solo pianeta e lo dobbiamo preservare per le generazioni future, ogni azione dell'uomo dovrebbe tener conto di questo.

Propongo alla vostra riflessione questo schema logico, nulla più, ogni cosa che vogliamo seriamente fare nella vita segue più o meno questo schema, il metodo per fare qualsiasi cosa con un minimo di logica parte da questo.

Valori    –    Obiettivi    -    Azioni

VALORI: Sono i motivi di fondo, ciò che per noi è importante, ciò che guida la direzione della nostra stessa esistenza. 

(Es. Giustizia sociale...).

OBIETTIVI: Sono le tappe concrete del nostro viaggio verso i valori, sono il mezzo pratico con cui rendi manifesti i tuoi valori, con cui puoi misurare il tuo percorso. Si dividono in termini pratici in obiettivi a breve ed a lungo termine a seconda della loro complessità e del reale tempo per raggiungerli. DEVONO SEMPRE ESSERE REALI E RAGGIUNGIBILI altrimenti devono essere ridefiniti, riprogettati, ridotti.

(Es. proporre e fare approvare una legge per difendere i diritti dei lavoratori è un obiettivo a lungo termine che ci fa fare un passo importante verso il valore Giustizia sociale, un obiettivo a breve nella medesima direzione è il riuscire ad impedire dei licenziamenti per motivi sindacali di una fabbrica della propria città.)

AZIONI: Sono le cose concrete da fare per raggiungere gli obiettivi a breve ed a lungo termine.

Sono i passi da fare, materialmente. 

(Es. nel fare approvare una legge come nell'esempio sopra saranno: scrivere una proposta di legge che possa essere condivisa anche da altri, contattare le altre forze politiche e tentare di forzare la mano, organizzare una manifestazione in sostegno.... le azioni per un obiettivo a breve come quello sopra sono di impedire un licenziamento saranno fare un volantino per informare la città di cosa sta accadendo, volantinarlo, chiamare la stampa, organizzare uno sciopero, andare a parlare con il sindacato....) 

Seguirà, tra un giorno o due, una breve riflessione su organizzazione e militanza, ovvero tentare di invertire la tendenza che ha portato i partiti, i movimenti, le associazioni ecc... ad ottenere sempre il minimo risultato con il massimo sforzo.

Immagine tratta da www.fanpop.com

Ultima modifica il Lunedì, 13 Maggio 2013 00:12
Enrico Pellegrini

Nasce a Pescia (PT) nel 1979, è presidente di una cooperativa e vice-presidente di un consorzio di cooperative. Grande appassionato di libri e film di fantascienza, forse non a caso si iscrive dal 2001 a Rifondazione Comunista...

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