Sono una donna, non sono (solo) una mamma
La pagina Facebook dell'associazione, #VorreiPrendereIlTreno ci racconta la storia di una madre americana costretta, da 21 anni, a vivere al servizio, del figlio autistico e della terapista che lavora "per la sua autonomia". Ma quante sono le madri che ogni giorno, per anni e anni, sono costrette a spegnere i riflettori non solo su loro stesse e le loro esigenze, ma anche su quelle del resto della famiglia, perché il palcoscenico familiare è occupato da un figlio scomodo?
Ovviamente non è in discussione l'amore di una madre per il proprio figlio. Anzi, probabilmente in caso di problematiche il sentimento è anche più forte. Ma perché una madre può amare il proprio figlio non disabile e, allo stesso tempo, frequentare un corso di ginnastica, uscire con un'amica o, più banalmente, lavorare, mentre una mamma con figlio disabile deve amarlo e basta ventiquattro ore al giorno?
Il perché del no alla beneficenza
A Natale siamo tutti più buoni, ma il mondo che ci circonda è cattivo come al solito. Anzi, in questo periodo le situazioni tragiche sembrano ancora più tragiche. Forse sarà a causa del freddo che ci attanaglia e si fa sentire particolarmente mentre siamo a caccia di regali. O magari le luci del Natale mostrano ancora più chiaramente la miseria di coloro che vivono in strada e non hanno proprio nulla da festeggiare. Oppure semplicemente è una mania dei giornalisti andare a caccia, in questo periodo, di storie da "Libro Cuore" in cui il Buono, rappresentato dall'uomo qualunque, riesce a portare a un povero essere sfortunato un po' della magia del Natale, sotto forma di cibo, o un qualsiasi oggetto che riscaldi un po' la sua fredda esistenza.
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