Da il manifesto del 6 luglio 2017
Banche venete, il nodo manager e rimborso bond
Va avanti la discussione in commissione finanze a Montecitorio sul decreto legge che regala la parte buona delle due banche venete a Intesa San Paolo, compensata anche con 5 miliardi pubblici, mentre le perdite (fino a 12 miliardi) saranno anch’esse a carico dei contribuenti. Si annunciano comunque alcune lievi modifiche al decreto.
Di banche italiane e intervento pubblico
Il ministro Padoan dopo averci ripetuto all'infinito quanto il sistema bancario italiano fosse solido si è trovato a dover gestire la risoluzione monster delle banche venete. Tuttavia, molto più interessanti e significative sono le modalità di questa.
Il gigante Banca Intesa si è appropriato al prezzo simbolico di un caffè degli ultimi crediti rimasti di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo Stato – cioè la collettività, noi cittadini in parole povere– si è occupato di liquidare la parte “tossica”. Dunque da un lato lo Stato si è impegnato a coprire la gestione scellerata dei conti delle banche venete intervenendo con una spesa di 5,3 miliardi di euro, con la possibilità di arrivare fino a 17 miliardi, una spesa pro-capite di 300 euro per ripianare i passivi, mentre Banca Intesa si è presa tutti gli attivi.
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