Alessandra Maggi

Alessandra Maggi

Nata a Roma, classe 1991, studia Giurisprudenza all’Università di Pisa, durante il corso di studi si è specializzata in diritto dell’immigrazione. Questa materia è una passione che occupa il suo tempo, dalla militanza in Progetto Rebeldìa, fino agli studi, passando per esperienze lavorative come operatore in accoglienza. A questo si aggiunge un impegno nella lotta per la casa, con l'associazione Unione Inquilini sede di Pisa.

Anche se in ritardo rispetto all’approvazione della legge di conversione del decreto, con annessa entrata in vigore, andiamo ad analizzare la terza parte del dispositivo in materia di trattenimenti, espulsioni e procedure di asilo. Hanno votato a favore dell’adozione, oltre a M5s e Lega, anche FdI e Forza Italia. Al momento della proclamazione del voto, dai banchi della maggioranza, in particolare da quelli della Lega, si è levato un boato di soddisfazione.

«E poi ascoltatevi un po’, mentre vi servite di questa parola, integrazione. Questa parola debole. Come si fa ad essere così maldestri? Guardate com’è rivelatrice di tutta la malafede che c’è in voi. Chiederci di integrarci dopo che siamo qui da due o addirittura da quattro generazioni è una vera presa per il culo. Voi credete che integrandoci riuscirete a domare le periferie, a ridurre la criminalità? Detto fra noi, i francesi amano questa parola, integrazione, perché fa’ credere loro di essere in grado di addomesticarci. Ma noi non siamo animali selvaggi. Lo sapete?… voi avete invertito i ruoli. Non sta a noi fare lo sforzo. È troppo tempo che ci facciamo il culo a spaccare le vostre vecchie strade con il martello pneumatico, ad assemblare i binari dei vostri treni con la fiamma ossidrica o a posare sul cemento le nuove piastrelle del vostro bagno. Non ci integreremo, perché questa parola è ripugnante. Sa di campo di correzione. […] Noi non aspettiamo con finta trepidazione che voi ci accettiate. La vostra integrazione ci fa ridere. È una parola tremenda. Non ci interessa. Noi non ci dobbiamo integrare. Non ci integreremo. Aspetteremo che voi reagiate, che ci vediate come chiunque altro, come uno straniero qualunque, come un francese qualunque.»
(Ahmed Djouder, Disintegrati. Storia corale di una generazione di immigrati, il Saggiatore, Milano.)

Come aumentare gli irregolari per favorire mafie e padroni

Come è noto dalle cronache il Decreto Sicurezza è stato approvato al Senato, così ora si passa alla Camera per la conversione in legge, la discussione è calendarizzata per il prossimo 22 novembre. Tralasciando le questioni procedurali e di forma che hanno fatto discutere, come il porre la fiducia sul provvedimento, è evidente che questo testo ha aperto delle fratture nell’esecutivo giallo-verde. Quello che qui interessa però è andare ad analizzare gli effetti e l’impatto che i provvedimenti avranno nel Paese.

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