“In realtà le iscrizioni sono aperte da tre anni, ma la grande novità di quest'anno riguarda i ciechi: un campionato italiano specifico. In futuro poi ci piacerebbe creare anche un campionato misto, magari a squadre” Precisa Lucio Nugnes, direttore tecnico dell'Accademia.
Come nasce questa bellissima iniziativa?
L'idea ormai risale a più di trenta anni fa. Mi trovavo a Pisa per assistere ad una partita di calcio tra non vedenti, con alcuni colleghi e giornalisti. L'abilità di quei giocatori mi stupì e colpì moltissimo, e ipotizzai che si potesse attivare anche un corso di scherma. Mi presero in giro, così mi bendai e tetti lezione a un cieco: si poteva fare. Certo non è stato immediato, ma con il tempo ce l'abbiamo fatta.
Quali accorgimenti utilizzate per rendere la scherma accessibile a chi non può vedere?
Dato che i non vedenti si affidano molto al tatto ci siamo concentrati su questo. Abbiamo applicato sulla pedana una striscia in rilievo, alla quale possono fare riferimento per spostarsi nello spazio. Inoltre molta importanza è data ai legamenti, ovvero al contatto fra le armi avversarie. Tramite questo contatto gli allievi capiscono come muoversi.
Quanti iscritti disabili avete al momento?
Dieci, di cui quattro ciechi.
Ci sono bambini?
Per il momento no, anche perché vogliamo poter offrire sempre il massimo agli iscritti e non siamo ancora attrezzati. Comunque l'età è molto variabile, ci sono due ventenni e il nostro socio non vedente più anziano supera i settanta anni. Se la cava alla grande, anche perché è molto alto e quindi facilitato nella spada.
Immagino che a livello di integrazione sia un'esperienza di grande valore...
Sicuramente. Tra i nostri soci vedenti e disabili si è instaurato da subito un bellissimo rapporto, assolutamente paritario. Spesso e volentieri i vedenti si bendano e sfidano i nostri allievi ciechi, sono esperienze davvero belle.
Collaborate con l'Unione Italiana Ciechi?
Si, ma in modo totalmente disinteressato. Promuovono la nostra iniziativa in modo completamente libero.
Perché una simile attività non può e non deve passare inosservata. È una barriera in più che crolla, una porta in più che si apre. Poca cosa se confrontata con le immense difficoltà quotidiane, con le infinite barriere ancora da abbattere, ma l'oceano è fatto di gocce.