Così hanno riaperto un vecchio bar chiuso da due anni, si sono fatti una nuova clientela e tirano avanti, perché “potrebbe andare anche peggio”.
“Siamo stati incoscienti, di questi tempi è l'unico modo. Poi fortunatamente abbiamo avuto un buon impatto con la zona” . Non negano però che le difficoltà siano davvero tante, come spiega Lucilla: “Le tasse sono altissime, ci tocca accumulare debiti nella speranza di estinguerli rapidamente, noi ci riusciamo ma capisco i gesti estremi di chi non ce la fa più..! E non abbiamo nessun tipo di sgravo, anzi, le piccole imprese sono le più controllate”
“L'Italia l'hanno creata le piccole aziende, ma lo stato pensa solo alle grandi”
Interviene Stefano
“Sappiamo di non poter contare su nessun aiuto, di dover andare avanti con le nostre forze. Pensa che per prendere un lavoratore part-time abbiamo dovuto aprire anche la domenica. La cosa più pesante di tutte è il costo del lavoro.”
E gli affitti? “Altissimi, assolutamente sproporzionati. Gli affittuari non vogliono capire che i tempi sono cambiati.”
Mi sarebbe piaciuto raccontare la storia di qualcuno che ce l'ha fatta, ma mi rendo conto per l'ennesima volta che anche qui niente può essere dato per scontato. Ci si fa oggi, speriamo di farcela domani. E che magari un giorno o l'altro qualcosa cambi.
Oggi per andare avanti bisogna essere guerrieri, avventurieri, esploratori. Abituarsi a vivere senza conferme e sapersi adattare ad ogni evenienza. Non è cosa facile, non tutti ce la fanno. Stefano e Lucilla si, e il loro coraggio è 'premiato' quotidianamente.
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