“Siamo una scuola statale sperimentale, l'innovazione e l'avanguardia sono la nostra filosofia, non potevamo che essere fra i primi” a parlare è Matteo Bianchini, docente della scuola.
“I tablet sono offerti in comodato d'uso gratuito a ragazzi e docenti e dalla quinta elementare alla terza media-la scuola ha un unica sezione dalla prima elementare alla terza media-i ragazzi possono portarli a casa per fare i compiti. Finito il precorso scolastico, li lasceranno ai nuovi alunni delle prime”
- Immagino che i bambini siano stati entusiasti. Tra i genitori invece c'era qualche scettico?
No, anche perché abbiamo ampiamente giustificato l'innovazione dal punto di vista pedagogico.
- E gli insegnanti? Penso alle vecchie guardie soprattutto, uomini e donne che hanno passato una vita tra libri e quaderni... Questo cambiamento potrebbe risultare addirittura traumatico. Come se la stanno cavando?“
Direi bene, in fondo è giusto che anche gli insegnanti siano in continua formazione. Inoltre i tablet non hanno certo la pretesa di eliminare il vecchio materiale, sono uno strumento in più. Nelle aule moderne convivono lavagne di ardesia e LIM, quaderni e tablet. Di certo ci troviamo nella curiosa situazione di assistere, per la prima volta, a una maggior competenza negli alunni che nei professori.
- Non ha paura che tutta questa tecnologia possa depersonalizzare lo studio, renderlo troppo asettico?
Al contrario, questi strumenti permettono una maggiore personalizzazione del percorso formativo. E poi non bastano le nuove tecnologie per cambiare il modo di fare scuola. Noi ci basiamo su linee guida pedagogiche che si rifanno alla pedagogia attiva e che cerchiamo costantemente di attualizzare e contestualizzare. Le nuove teconologie sono solo strumenti, non modificano la sostanza.
- Dunque si tratta di sapersi adattare ad un mondo che cambia, senza abbandonare quello che funziona. Forse non è così semplice, eppure sembra che se usati nel modo adeguato i tablet portino molti vantaggi...
Infatti, come ho detto permettono un'individualizzazione del percorso e una maggiore autonomia ma al tempo stesso migliorano la condivisione. Diventa più facile lavorare in modo cooperativo. Inoltre facilitano la documentazione e il monitoraggio dei percorsi formativi.
È difficile per noi, cresciuti alla "vecchia maniera", immaginare una scuola così diversa. Eppure sembra funzionare, e per una volta andiamo davvero incontro alle esigenze dei bambini, ormai nativi digitali a tutti gli effetti. E come conclude il professor Bianchini “magari proprio un'alleanza tra generazioni salverà la scuola, che finalmente potrà davvero diventare una comunità educante in cui l'apprendimento si costruisce insieme”.
Immagine tratta da: www.tecnologieeducative.wordpress.com