Calogero Laneri

Calogero Laneri

Nato in Sicilia, studia Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Parma. Sin da ragazzo si appassiona alla politica e da allora sta cercando di smettere, senza grandi risultati.

Cercando la definizione di simbolo su un qualsiasi vocabolario di lingua italiana, il risultato sarà più o meno il seguente:Elemento concreto a cui si attribuisce la possibilità di evocare un valore più ampio rispetto a quello che normalmente rappresenta”. Contestualizzando l'argomento nell'ambito della politica, emerge sin da subito la difficoltà nell'analizzare la complessa storia del simbolismo partitico. Sebbene la definizione di simbolo succitata si adatti perfettamente alla natura dell'iconografia politica, quella dei simboli dei partiti è una storia tortuosa e ricca di spunti per un dibattito non solo politico e sociologico ma persino antropologico.

 

Domenica, 23 Febbraio 2014 00:00

Da chi vogliamo essere governati? - Paolo Nori

Nella pagine dei suoi libri riservate alla biografia dell'autore, Paolo Nori scherza e con la sua graffiante ironia si sottrae al faticoso compito di doversi presentare in poche righe. Quello di cui è certo però, è che scrive libri e tanto basta sapere di lui. In “Mo Mama”, uscito nell'Ottobre scorso, lo scrittore parmigiano classe 1963, compie un viaggio nella Parma del primo sindaco grillino d'Italia, analizzando con il suo tradizionale sarcasmo, le contraddizioni della 'nuova' politica.


1) Mo mama è una scatola piena di storie, storie raccontate con gli occhi di chi prova a vedere le cose come se le vedesse per la prima volta. Mo mama parla di rivoluzioni che prendendo la bici e girando per il centro di Parma fai fatica a notare, parla di storie di politici nuovi che troppe spesso ricordano quelli vecchi, parla di storie in cui l'insignificante esperienza del quotidiano ci suggerisce profonde riflessioni. Mo mama è l'arroganza di chi vuole avere ragione e l'ipocrisia di chi sa di non averla, è il busto di Picelli rivolto verso un angolo desolato della piazza e la disinvoltura di chi della semplicità e della piccolezza, ne fa dei valori da seguire. Da dove nasce l'idea di questo libro?

Quando sono andato via da Parma, nel ’99, io mi ricordo ho pensato che io era una vita che fin da piccolo in casa al mattino si trovava la Gazzetta di Parma, che si leggeva la cronaca della città, la città di Parma, si sapeva tutto quello che era successo in città, a Parma.

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