Giornalista professionista, è esponente del movimento pacifista italiano ed è stato osservatore internazionale per conto dell'EZLN nei negoziati tra i guerriglieri e il governo messicano. Nel 1988-'89 organizza la resistenza dei braccianti di Capo Rizzuto contro l'espropriazione delle terre in vista della costruzione di una base militare. Membro del direttivo nazionale di Democrazia Proletaria, e poi dirigente del Partito della Rifondazione Comunista.
“Arca di pace o arco di guerra minacciosamente proteso nel Mediterraneo?”. La domanda che nei primi anni novanta don Tonino Bello si poneva per la sua Puglia, possiamo oggi farla per l’intera Europa. Perché la Ue non è solo moneta e politiche neoliberiste. Negli ultimi anni è diventata anche sistemi di polizia integrata, militarizzazione dei confini, missioni militari di contenimento dell’immigrazione che sono tutt’uno con gli accordi di libero scambio imposti ai popoli nordafricani. La linea del fronte è proprio qui, tra le due sponde del Mediterraneo le cui acque sono diventate il più grande cimitero della globalizzazione capitalista.
Su questa linea del fronte l’Italia è immersa dallo stivale in su.
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