Bologna, Anno Domini 1977. Radio Alice, una delle massime espressioni dell'ala creativa del movimento studentesco, sfuma le trasmissioni sulle note di “Lavorare con lentezza”. Un giovane Claudio Lolli dà alle stampe “Disoccupate le strade dai sogni”, successore di quella che la critica considera una pietra miliare della musica cantautorale italiana: “Ho visto anche degli zingari felici”. Un'ouverture di sax firmata da Danilo Tomasetta che, da sola, vale il costo dell'intero album. Prezzo politico di tremilacinquecento lire imposto all'allora Emi Italiana, ai tempi in cui un LP ne costava pressappoco cinquemila. In strada, una Fiat 127 sfreccia davanti ad una trafila di locandine. Su una di queste fa bella mostra di sé il volto dall'espressione sorniona di Roberto Benigni, ammiccante giullare al centro di una carta da giuoco. Poco sotto, una scritta rossa e blu a caratteri misti tra lo stampatello ed il corsivo suggerisce il titolo della pellicola: “Berlinguer ti voglio bene”. Diretto da Giuseppe Bertolucci, ritratto irriverente e scurrile del sottoproletariato della provincia toscana,
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