Ritorno di un grande classico (non era rappresentata dal 2005) al Carlo Felice di Genova con la Norma (repliche fino al 31 gennaio). Frutto del grande genio di Vicenzo Bellini (libretto di Felice Romani), stroncata alla sua prima assoluta e poi, dopo quel primo inciampo (o complotto come suggerisce qualcuno), da allora ed ancora oggi una delle opere più amate e per questo forse più difficili da rappresentare.
Siamo nel 1831 ed un Bellini già affermato (qualche anno prima alla sua Zaira era stata affidata l'inaugurazione del Teatro Ducale, oggi Regio, di Parma) con coraggio mise insieme sggestioni già sperimentate da altri. Le sacerdotesse, il dramma del confronto tra culture, l'amore proibito erano tutti temi già sviluppati nei primi decenni dell'800 ed in fondo eterni. Il merito di Bellini (e di Romani) è stato quello di fonderli conferendo alla Norma una energia nuova che la rende diversa da ogni altra opera. Un'opera, la Norma, che non è soltanto belcanto: dentro c'è il mondo barbarico che tanto affascinò i romantici, c'è la luna, il bosco ed i culti misterici, c'è la sensualità e la gioventù sempre ricercate.
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