Sono fallimento e me ne vanto
perché sono il fallimento d’una cultura imposta,
d’una cultura a senso unico,
che cerca il nemico oltre il confine,
non si guarda dentro, non lo cerca in alto mai.
Sono ingranaggio funzionante che non collima col sistema,
a una cultura che paga in dollari e petrolio ho voltato le spalle,
che quei dollari e quel greggio puzzano
di macerie, di bombe e di pianti.
Chi mi ha sparato,
chi mi ha ucciso,
non era guidato da nessun Dio, ma dall’odio,
e quello non ha ne razza ne religione alcuna,
è lo stesso che tenta di afferrare il cuore di chi adesso mi piange,
ma non lo ascoltate,
non seguitelo,
è menzognero, e lo spalleggiano già in molti.
Io son morto perché ho deriso i suoi tiranni,
perché alla paura ho contrapposto lo scherno.
Ma non mi pento di quei fogli che ho sporcato,
perché ho difeso il mio pensiero, la mia libertà, la mia voglia di giocare.
E il rosso su cui giaccio non mi par sangue,
lo immagino come il sole caldo che disegnavo da bambino,
e che adesso so toccare.
Io sono Charlie e so disegnare.