Non sono poche le band storiche che pur avendo perso energia, vitalità, creatività e ispirazione, ancora continuano imperterrite a produrre musica e a fare concerti. Talvolta per passione, talvolta per ragioni economiche. Molto spesso per un comprensibile connubio di entrambi gli elementi.

Prendiamo i Blondie. Una dozzina di dischi attivi alle spalle, una carriera sfolgorante iniziata subito col botto, sui solchi di quel omonimo disco di debutto che ha lanciato Debbie Harry come una delle icone rock più sexy di sempre, un successo di vendite immenso soprattutto dopo che il garage rock degli esordi ha lasciato il posto a una dance sempre più appetitosa per il mercato mainstream, un posto d’onore nella rock’n’roll hall of fame, una carriera che si era conclusa in maniera più che onorevole nell’82 con “The Hunter”, quando erano ancora campioni di vendite ma allo steso tempo cominciavano ad accusare una certa stanchezza compositiva.

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