Domenica, 04 Agosto 2013 00:00

La ferita irlandese continua a sanguinare

Il 4 agosto, a 32 anni dallo sciopero della fame del 1981, a Monaghan Town, tra Irlanda e Ulster, si svolge la commemorazione di quella protesta che portò alla morte di 10 giovani irlandesi, di cui Bobby Sands fu solo il primo.

La città è stata scelta per ricordare anche l’anniversario dei funerali di Kieran Doherrty, volontario dell’IRA morto in carcere il 2 agosto del 1981, a soli 25 anni, dopo 73 giorni di sciopero della fame (il più lungo tra quelli di quell’anno e di un solo giorno più corto di quello storico di Terence MacSwiney).

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"Sono un prigioniero politico. Sono un prigioniero politico perché sono l’effetto di una guerra perenne che il popolo irlandese oppresso combatte contro un regime straniero, schiacciante, non voluto, che rifiuta di andarsene dalla nostra terra. Io difendo il diritto divino della nazione irlandese all’indipendenza sovrana, e credo in essa, così come credo nel diritto di ogni uomo e donna irlandese a difendere questo diritto con la rivoluzione armata. Questa è la ragione per cui sono carcerato, denudato, torturato." da Il diario di Bobby Sands

“Discipline, dignity and unity”. Disciplina, dignità ed unità. Così titolava il numero di An Phoblacht (mensile pubblicato dal partito Sinn Féin in Irlanda ed il cui titolo significa “La Repubblica”) di domenica 3 maggio 1981. La disciplina, la dignità e l'unità a cui ci si riferiva erano quelle dei militanti dell'IRA rinchiusi da anni nel carcere di alta sicurezza di Long Kesh, vicino a Belfast, dove a lungo sono stati vittime di violenze ed atroci torture. Il gruppo di detenuti nel marzo dello stesso anno aveva preso la decisione, guidati da Bobby Sands, di iniziare uno sciopero della fame che li avrebbe condotti alla morte nel caso il Primo Ministro della Gran Bretagna, una Margaret Thatcher eletta da poco al suo primo mandato, non avesse riconosciuto loro lo status di prigionieri politici.

Pubblicato in Umanistica e sociale

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