In nome del decoro, nelle città neo-liberali (II)

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Mendicanti, venditori ambulanti, clochard, rom e sinti, migranti, bancarelle abusive, “tossici”, centri sociali, murales e graffiti, manifesti abusivi… sono queste le vittime contro cui si scagliano i poteri istituzionali, l’ideologia del decoro e del bello, della purificazione che maschera il suo intento politico di “eliminazione” dell’alterità non conforme e non normata, dell’alterità inutile, che non produce né spende.

Pubblicato in Umanistica e sociale

In nome del decoro, nelle città neo-liberali (I)

Lunedì 9 luglio, nell’ambito della festa Settembre Rosso al parco di Serravalle a Empoli, si è tenuto un dibattito di alto livello, dal titolo “Dentro le città neoliberiste: la politica degli spazi urbani”, su una questione di imprescindibile importanza, ovvero quella del territorio, dello spazio urbano e di come questo sia cambiato e stia ulteriormente cambiando in nome di politiche e logiche sempre più improntate alla mercificazione, la “turistificazione” delle aree e all’aziendalizzazione.

Pubblicato in Umanistica e sociale
Sabato, 03 Febbraio 2018 00:00

Antonio il pescatore e il caffè di José

Antonio il pescatore e il caffè di José

All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
(Fabrizio De Andrè, Il Pescatore)

Antonio è seduto sulla solita panchina, il sole sta tramontando, i turisti girano ancora per Alfama e stasera si fermeranno a mangiare nei vari ristoranti del quartiere.

Pubblicato in Notturno Alfama

Sono venuto a New York perché è il più miserabile, il più abietto di tutti i luoghi. Lo sfacelo è dovunque, la disarmonia è universale. Le basta aprire gli occhi per accorgersene. Persone infrante, cose infrante, pensieri infranti. La città intera è un ammasso di rifiuti. […] Trovo che le strade siano una fonte infinita di materiale, un inesauribile emporio di cose frantumate.
P. Auster

Cosa resta del luogo metropolitano quando lo spazio è ormai compresso nel millesimo di secondo che occorre per portare a termine una transazione finanziaria da New York a Hong Kong? Cosa resta del tessuto urbano quando le relazioni concrete, i contesti locali di interazione vengono ristrutturati su infinite estensioni spazio-temporali? Cosa resta della prossimità cittadina quando un viaggio internazionale è più veloce di uno spostamento regionale? La neutralizzazione dello spazio, figlia di trasformazioni epocali nei trasporti e nelle telecomunicazioni, sembra aver reso il territorio insignificante e la densità demografica una variabile trascurabile.

Pubblicato in Società

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