Simone Weil, pensiero a dismisura: una presentazione (parte 1)
Mercoledì 30 maggio presso l’Istituto Francese di Firenze, Cristina Giachi, docente di istituzioni di diritto romano e storia del pensiero giuridico antico all’Università degli Studi di Firenze e dal 2014 Vicesindaca del comune della stessa città con delega all’educazione, università e ricerca, ha presentato il libro, edito da Clichy, di cui è curatrice: Simone Weil, pensiero a dismisura.
Sono proprio un pensiero e una personalità smisurati quelli che emergono dalle pagine del libro, una raccolta di passi scelti con grande cura e attenzione tratti dalle opere della filosofa novecentesca, preceduta da un’intensa e appassionata introduzione, in cui i percorsi di vita e di pensiero della curatrice si intrecciano e si annodano alla ricerca, al pensiero, alla passione e alla smisurata personalità di una delle più grandi e proficue menti del secolo breve. Altre volte invece questi fii che tessono esperienza di vita e ingegno creativo e speculativo si scontrano e si urtano, in una impossibile lotta, in una sfida fuori dal tempo e dallo spazio tra due intimità, due destini lontani e al contempo vicinissimi. Giachi legge e vive Simone Weil in maniera viscerale, trovando punti di forte contatto, se non di quasi immedesimazione e al contempo punti di scontro, di conflitto. Tanto che nell’introduzione la professoressa di diritto romano parlando del suo incontro con la filosofa francese parla proprio di “folgorazione e tormento”: «fu un incontro intellettuale come non ne accadono molti: una folgorazione e allo stesso tempo l’inizio di un tormento. È la storia delle passioni grandi: folgorazione e tormento, ispirazione e capacità di scoprire la nuda verità dei pensieri, smascheramento, disvelamento degli alibi»[1].
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