L'elezione di Jorge Mario Bergoglio, salito al soglio pontificio col nome di Francesco I, sembra aver portato un'ondata di rinnovamento nella Chiesa di Roma, almeno per quanto riguarda gli aspetti esteriori, così pacchianamente lussureggianti, che l'hanno caratterizzata fino a questo momento. È chiaramente troppo presto per poter azzardare qualsiasi tipo di analisi sul ruolo politico di questo nuovo papa, ma c'è comunque qualcosa di cui si può già parlare: la scelta del nome Francesco, in riferimento al famoso frate francescano. È stato lo stesso Bergoglio a spiegare che vuole ispirare il suo pontificato ai valori della povertà che hanno reso famoso San Francesco d'Assisi.
Con la recente notizia delle dimissioni di papa Benedetto XVI non può non tornare alla mente il caso di Celestino V, reso famoso dalle parole di Dante Alighieri: "E dietro le venìa sì lunga tratta - di gente, ch'io non avrei creduto, - che morte tanta n'avesse disfatta. - Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto, - vidi e conobbi l'ombra di colui - che fece per viltà il gran rifiuto." Questo passo è tratto dal III canto dell'Inferno, quello degli ignavi, cioè coloro che nella loro vita hanno agito senza prendere mai posizione, limitandosi ad adeguarsi a quella più comoda o del più forte.
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