Sabato, 21 Aprile 2018 23:46

Storia e rivoluzioni

Il Becco organizza, grazie alla collaborazione dell'Associazione Amici di «Passato e presente» (Apep) un ciclo di incontri di formazione.

Mercoledì 2 maggio, 21.15-22.45 (puntuali)
1917 e rivoluzione russa,
Professor Aldo Agosti, Università degli Studi di Torino
Il video della lezione qui: youtu.be/zVNfYplxs1w.

Mercoledì 9 maggio, 21.15-22.45 (puntuali) 
1848 e il "Manifesto"
Professoressa Simonetta Soldani, Università degli Studi di Firenze
Il video della lezione qui: youtu.be/20n7K5xzHok.
 
Mercoledì 16 maggio, 21.15-22.45 (puntuali) 
Incontro conclusivo e confronto tra i partecipanti
coordinato dal Professor Roberto Bianchi, Università degli Studi di Firenze.
Utilizzato per la discussione una lezione del Professor Bianchi visibile qui: youtu.be/tGTikGOgF3o.
 
I PDF con delle indicazioni per i video del 2 e del 9 maggio cliccando qui.
Il ciclo di incontri richiedeva una prenotazione e un pagamento di 15 €, per un numero limitato di 15 posti, finalizzati al pagamento dei costi sostenuti.
I primi due appuntamenti sono aperti a tutte le persone interessate, mentre l'incontro conclusivo è riservato a chi si è iscritto.
Le attività si sono svolte presso la Casa del Popolo / Circolo ARCI Il Progresso, in via Vittorio Emanuele II 135, Firenze.
Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 
Pubblicato in Iniziative

Uno dei marxisti italiani più rigorosi, Antonio Labriola, nel 1897 definiva la filosofia della praxis riprendendo le Tesi su Feuerbach, in seguito Gramsci chiarì come «l’essere non poteva essere disgiunto dal pensare, l’uomo dalla natura, l’attività dalla materia, il soggetto dall’oggetto; e se si fa questo distacco si cade in una delle tante forme di religione o nell’astrazione senza senso». Quindi, l’uomo stesso tramite questa filosofia viene concepito come una «serie di rapporti attivi (un processo)», tali che esso «non entra in rapporto colla natura semplicemente per il fatto di essere egli stesso natura, ma attivamente, per mezzo del lavoro e della tecnica» (Quaderni del Carcere). Ora quello che accadde durante la Rivoluzione d’Ottobre ce lo ha spiegato Gramsci attentamente ed è ben condensato nel suo articolo La Rivoluzione contro il Capitale (vedi qui), dal quale emerge come da questa filosofia sia necessario porre come «fattore di storia non i fatti economici, bruti, ma l'uomo, ma la società degli uomini, degli uomini che si accostano fra di loro, si intendono fra loro, sviluppano attraverso questi contatti (civiltà) una volontà sociale». Solo così si può intervenire concretamente sulla Storia rivoltando i rapporti di forza esistenti, non subendoli più passivamente lasciandosi porre come subalterni rassegnati. In base a questa filosofia gli uomini infatti «comprendono i fatti economici e li giudicano e li adeguano alla loro volontà», in poche parole fanno la Storia anziché lasciarsi gettare dal dominio di classe nel tritacarne della Storia.

Pubblicato in Umanistica e sociale

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