Lunedì, 08 Giugno 2015 00:00

Ėjzenštejn in Messico, secondo Greenaway

La provocazione artistica non può prescindere dal contesto, ma può fare a meno dello stile e dell'opportunità di alcune scelte. Peter Greenaway riesce a concentrare nella sua nuova pellicola una lunga serie di profanazioni. La bandiera rossa issata tra le natiche di un uomo a cui è stata appena tolta la verginità anale. La riduzione di un'icona della cultura ad archetipo dell'artista infantile, fragile ed estroverso. Uno sguardo beffardo e cinico sulla storia e sugli ideali che la muovono. Su questo ultimo punto è lo stesso regista a specificare la sua posizione: esistono solo buoni scrittori e narratori, l'esistenza di una memoria oggettiva è impossibile.

Pubblicato in Film della settimana

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