Un eroe dall’identità confusa e senza passato, come insegna la trilogia del dollaro di Leone. Un cattivo stereotipato che ricalca lo stile del Kevin Spacey di House of Cards. La caratterizzazione del vendicatore sullo stile cinematografico della Marvel e alcuni richiami espliciti a recenti film di successo (il più evidente è lo Sherlock Holmes di Robert Downey Jr.). Una parte della critica ha contestato la superficialità della sceneggiatura, quando in realtà in campo c’è una storia semplice e diretta, che esplora senza timore le vie della vendetta. La violenza degli omicidi, il sangue che scorre lungo tutta la pellicola, l’autocompiacimento dei dialoghi e l’uso perfetto della colonna sonora (di discutibile gusto, ma comunque ben utilizzata): aspetti che si possono apprezzare oppure trovare irritanti, a prescindere da come si sviluppano. Il livello qualitativo è ovviamente inferiore ai film in cui si è scolpito il mito di Clint Eastwood, ma sono poche le pellicole derivative in cui i registi riescono a gestire tanti elementi in modo efficace.
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