Verso la conclusione della campagna elettorale: considerazioni sulla situazione

Si chiude la stagione dei sondaggi, mentre la campagna elettorale entra nelle ultime settimane. Se si vuole credere alle rilevazioni e all'opinione di commentatori e politici in vena di sincerità ci si avvia – complice la crisi che sembra stia vivendo il Partito Democratico e l'ingombrante presenza del M5S – verso una situazione di stallo, con nessuno dei tre poli principali in grado di conquistare una maggioranza di seggi nei due rami del Parlamento, e quindi o verso grandi coalizioni, che però potrebbero scontrarsi contro i numeri, o verso inevitabili nuove elezioni.

Pubblicato in A Dieci Mani

Come tutti sanno la legislatura appena dichiarata conclusa era viziata alla base da poca cosa, solamente un vizio di incostituzionalità determinato da una legge elettorale (il Porcellum e l’Italicum, sua rettifica piddina). Che volete che sia? La legge elettorale infondo è solamente quello strumento di importanza vitale per la democrazia che fa discendere i parlamentari dai voti affidati dagli elettori. È altresì quello strumento che collega rappresentanti e rappresentati, paese legale e paese reale. Una quisquilia da poco se si pensa al mantra della “governabilità” imposto dai mercati. Siamo quindi immersi nel refrain de “l’importante è avere governi stabili”, perché l’instabilità attira le iene dello spread. Insomma, poco importa che coloro che occuperanno il parlamento per cinque lunghi anni siano o meno rappresentanti fedeli del cittadino che diligentemente si è recato a votare, ciò che importa è che riescano a trovare un accordo per formare un governo dalla durata in carica più lunga possibile.

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