La Gabbia dei Trattati
Il saggio di Matteo Bortolon sui trattati di libero scambio
«Uccidere o fare del male in modo aperto è potenzialmente inefficace, suscita ripulsa e senso di ingiustizia, ed è dispendioso; opprimere attraverso meccanismi più anonimi (come l'innalzamento dei prezzi dei generi alimentari o il taglio ai redditi medio-bassi) suscita meno opposizione e rende difficile individuare l'avversario. Un tratto di penna, sprofondando milioni di persone nella miseria, può fare più morti di una colonna armata».
Articolo di Matteo Bortolon tratto dal numero cartaceo consultabile qui
L'ultima truffa che non sembra essere niente di più che una cessione di sovranità nazionale alle società multinazionali
La sferzante definizione della parlamentare statunitense Elisabeth Warren nel suo editoriale del Washington Post1 è adeguata non solo all'oggetto dell'articolo, il Partenariato Trans-Pacifico (TPP) ma a tutti gli accordi simili. Non ha riscosso particolare attenzione nei media la firma il 30 ottobre scorso del CETA, un accordo che lega l'Unione europea al Canada. È solo l'ultimo esempio di come simili trattati vengono negoziati al riparo dagli indiscreti sguardi dei cittadini. Come sicari che strisciano nell'ombra senza rivelarsi nel momento in cui la vittima deve subire il colpo, si potremme dire. Ma cos'è successo esattamente ad ottobre?
Democrazia o mercato: dilemma europeo (a dieci mani)
Non è un periodo fortunato per i trattati transnazionali del commercio. Il TTIP (tra Unione Europea e Stati Uniti d’America) ha visto naufragare il confronto tra le parti per l’opposizione di molti governi nazionali, probabilmente in seguito alle pressioni delle opinioni pubbliche di molti paesi (tra cui quelle di Francia e Germania). Le trattative per il CETA (tra UE e Canada) parevano essere ormai concluse, ma l’opposizione della Vallonia ostacola la firma del Belgio (tutti e 28 gli stati membri dell’UE devono ratificare gli accordi). Sul Sole 24 Ore sono usciti articoli (qui e qui) che esplicitamente affrontano il tema della democrazia come ostacolo al progresso economico (la Brexit è il richiamo più immediato, ma anche i referendum della Grecia non sono così distanti nel tempo).
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