Dalla speranza nel centrosinistra al rancore diffuso? Un tentativo di storia politico-passionale

Aprile, di Nanni Moretti, costruisce un finale purtroppo debole – in quella che rimane una pellicola godibile – ma evidentemente molto sentito dal regista/attore attorno alla vittoria del centrosinistra capitanato da Romano Prodi alle elezioni politiche del 1996, la cui onda lunga emozionale sblocca la vita altrimenti insoddisfacente del protagonista del film. Su una t-shirt propagandistica prodotta da Rifondazione Comunista dieci anni dopo (2006) campeggia a caratteri cubitali uno slogan motivante ed ottimista: “vuoi vedere che l'Italia cambia davvero”. Ora faccio fatica anche solo ad immaginare chi possa avere il coraggio di indossarla, e infatti la conservo come un reperto archeologico.

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Quindici anni di guerra in Iraq. Il paiolo rotto

1988, Kurdistan Iracheno. Durante le battute finali della guerra con l'Iran, le forze armate di Saddam Hussein scatenano una campagna genocida contro curdi e assiri nel nord del Paese. La cittadina di Halabja viene attaccata con un gas tossico, forse gas mostarda o un gas al cianuro; l'attacco costa la vita a circa cinquemila persone, che si vanno a sommare ai più di centomila (il numero non verrà mai stabilito con precisione) morti dell'intero parossismo genocida. Nonostante l'evidente responsabilità del governo iracheno la CIA statunitense addossa – in una girandola di versioni – la colpa all'Iran.

2002, l'amministrazione Bush inizia l'escalation diplomatica che di lì a pochi mesi porterà all'invasione dell'Iraq.

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