Settimana iniziata con la risposta cinese alle manovre nippo-statunitensi: le forze aeree della Repubblica Popolare hanno effettuato lo scorso lunedì esercitazioni nel Mar del Giappone dallo Stretto di Tsushima fino a Taiwan. Di una esercitazione di routine in acque internazionali ha parlato il Portavoce del Ministero della Difesa Nazionale di Pechino Shen Jinke.
La Repubblica Popolare ha visto con fastidio i tentativi sudcoreani e taiwanesi di intercettazione ed indentificazione dei propri aerei (nello specifico dei bombardieri H-6K e dei jet Su-30). Lo scorso 16 dicembre Cina e Russia congiuntamente avevano simulato tramite sofisticati software un attacco missilistico. Le mosse cinesi sono dovute, anche se il sottile linguaggio diplomatico non ammette lo si dica esplicitamente, alle mosse nipponiche e statunitensi nell'area.

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A sei anni dalla catastrofe che ha colpito la centrale nucleare di Fukushima il Sol Levante non ha ancora stabilito la fine che dovranno fare il milione di tonnellate di acqua radioattiva immagazzinate in 900 vasche presenti sul sito dell'ex impianto. Gli esperti suggeriscono un graduale rilascio di queste acque in mare in quanto i trattamenti subiti avrebbero rimosso tutti gli elementi pericolosi per la salute umana ad eccezione del trizio che sarebbe però presente in piccole quantità. Di contro una rottura delle vasche provocherebbe un rilascio incontrollato delle acque e dunque del materiale radioattivo in esse presente.

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Il Partito Liberal-Democratico potrebbe beneficiare più del previsto della divisione nel campo dell'opposizione: a dirlo un sondaggio del quotidiano Mainichi (un'analisi di qualche giorno prima comparsa su altri quotidiani assegnava invece al PLD un calo di una quarantina di seggi, segno della grande incertezza che regna su queste elezioni).

Per il quotidiano edochiano il partito del premier dovrebbe mantenere più o meno lo stesso numero di seggi della legislatura uscente (284, l'analisi di Mainichi gliene assegna tra i 281 ed i 303).

Calo di alcuni seggi (dai 35 attuali a 30-33) per il Nuovo Komeito mentre la lista di Kibo no To promossa congiuntamente da Yuriko Koike e dal Partito Democratico dovrebbe ottenere un numero di seggi tra i 42 ed i 54 (attualmente espressione di questo blocco sono 57 deputati quasi tutti eletti con il PDG).
La nuova formazione guidata da Yukio Edano, il Partito Costituzionale Democratico, otterrebbe al contrario dei democratici un ottimo risultato, per essere una prima prova con un numero di seggi compreso tra i 45 ed i 49.

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Settimana aperta dalle tensioni tra Corea del Nord e Stati Uniti. Domenica due bombardieri strategici USA hanno effettuato un sorvolo lungo il confine tra le due Coree come risposta all'ultimo test missilistico nordcoreano.
Il Presidente USA per altro continua a premere la Cina contro ogni rispetto delle regole scritte e non scritte della diplomazia: “loro non fanno NULLA (maiuscolo nell'originale ndr) per noi riguardo la Corea del Nord, parlano e basta. Non consentiremo ciò continui a lungo. La Cina dovrebbe facilmente risolvere questo problema” ha “twittato” domenica scorsa Donald Trump.
Posizione ribadita il giorno seguente in un colloquio telefonico con il premier nipponico Abe. “Giappone e Stati Uniti hanno compiuto degli sforzi per risolvere pacificamente la questione ma la Corea del Nord ha calpestato questi sforzi. La comunità internazionale e con essa Cina e Russia debbono considerare seriamente questo fatto innegabile ed aumentare le pressioni” ha sostenuto il capo dell'esecutivo di Tokyo al termine della telefonata.
A gettare nuova benzina sul fuoco ci ha pensato il generale McMaster, Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, che sabato scorso ha dichiarato che "tutte le opzioni", anche la guerra preventiva, sono sul tavolo.
La dichiarazione, in sé non nuova, smentisce quanto affermato ("non operiamo per un cambio di regime") alcuni mesi fa da Rex Tillerson nel Consiglio di Sicurezza ONU.

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Continua il calo dei prezzi al consumo nel Sol Levante: secondo dati diffusi dall'Istituto Giapponese per le Politiche del Lavoro e della Formazione la contrazione, a giugno, è stata dello 0,5%. Si tratta di una sostanziale smentita della disinvolta politica monetaria attuata al fine di generare una crescita dell'inflazione.
La contestuale immobilità dei salari (per una media nazionale, a maggio, di 268.000 yen mensili) aiuta, nei fatti, a vanificare l'obiettivo.

Tra gli altri indicatori economici si registra una tenue crescita del PIL nei primi tre mesi di quest'anno (+0,6 rispetto al precedente trimestre che si chiuse in negativo) ed una leggera ripresa della produzione industriale, che era stata in calo per quasi tutto il 2015. Stabile, con un leggero attivo, la bilancia dei pagamenti.
Continua, intanto, la discesa del costo del lavoro: -3,3% tra gennaio e marzo rispetto al trimestre precedente (a sua volta in calo rispetto al terzo trimestre del 2015). In discesa, fortunatamente, anche il numero dei fallimenti (-7,40% a giugno rispetto al mese precedente) mentre una debole ripresa si registra nel settore edile (+2,3% a maggio ma crescita nel settore vi è stata durante tutto il 2016).
Ferma, al 3,2% in maggio, la disoccupazione ufficialmente registrata. Un -0,8% (pari ad una media di 426.000 yen) si registra, a maggio, nella media degli introiti delle famiglie (-4,4% il dato del reddito disponibile).

Al G20 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche Centrali, tenutosi nella città cinese di Chengdu il 23 e 24 luglio, il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha affermato che potrebbero essere messe in atto nuove politiche di quantitative easing con il fine di accrescere l'inflazione fino al tasso auspicato del 2%. “Noi esaminiamo sempre i fattori di rischio per l'economia ed i prezzi e prederemo misure aggiuntive di allentamento monetario se necessario al fine di realizzare l'obiettivo della stabilità dei prezzi” ha sostenuto, durante il summit, Kuroda, il quale, una volta rientrato in patria, è stato di parola, decidendo, venerdì scorso, un nuovo deprezzamento dello yen.
Accanto a questa politica, secondo fonti stampa, il premier Abe starebbe per lanciare un pacchetto di misure di stimolo alla crescita da ventisettemila miliardi di yen (pari a 255 miliardi di dollari).

La necessità di una crescita salariale come condizione imprescindibile per la crescita del Paese è stata messa in luce dall'Istituto di Ricerca del Movimento Operaio (Rodo-soken), il quale, lo scorso 20 luglio, ha pubblicato una propria ricerca nella quale si mostra come l'elevamento del salario minimo orario a 1.000 yen potrebbe portare una crescita della domanda interna pari a quasi duemila miliardi e mezzo ed un'espansione della produzione nazionale pari ad oltre quattromila miliardi e mezzo.
Secondo il think thank, legato al sindacato Zenroren, si creerebbero, inoltre, più di 249.000 posti di lavoro. Il ritorno fiscale si aggirerebbe ad oltre duecentoventiseimila miliardi di tasse nazionali e a quasi centocinquantamila miliardi di tasse locali.
Una crescita astronomica, secondo la ricerca, si avrebbe nel caso in cui il salario minimo fosse innalzato 1.500 yen. In tale ipotesi la domanda interna crescerebbe di oltre sedicimila miliardi ed il volume della produzione di poco più di trentamila miliardi. In uno scenario simile si genererebbero oltre 1.600.000 posti di lavoro.

In tema di politique politicienne, per la prima volta dal 1989, il Partito Liberal-Democratico, ha ottenuto, da solo, la maggioranza assoluta nella Camera alta. Questo risultato è stato raggiunto - dopo che le elezioni del 10 luglio erano andate più che bene per il PLD - con il passaggio del senatore Tatsuo Hirano nelle file conservatrici. Hirano, ex democratico, è stato ministro per la Gestione delle Catastrofi e poi ministro per la Ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del 2011 nel governo Noda.

Ad Okinawa, intanto, il governo nazionale ha depositato una nuova causa giudiziaria (di tipo amministrativo), presso la Corte Distrettuale di Fukuoka, contro il governatore Takeshi Onaga. La causa, l'ennesima di questo tipo, è legata alla cancellazione delle autorizzazioni per i lavori preparatori necessari alla costruzione della nuova base statunitense di Henoko (Nago). “Ciò è lontano da quello che dovrebbe essere la democrazia”, è stato il commento a caldo del governatore, impegnato a Tokyo in una riunione del tavolo di confronto governo-Prefettura incaricato di trattare la questione.
“Il governo ha ottenuto le autorizzazioni per i lavori seguendo per anni le indicazioni della Prefettura” ha affermato il ministro della Difesa, Gen Nakatani, riferendosi alle autorizzazioni concesse, e non poteva essere altrimenti, dal precedente governatore della Prefettura: il liberal-democratico Nakaima.
Il 14 luglio, intanto, la Commissione Speciale per le Strategie Generali dell'Associazione Nazionale dei Governatori ha stabilito la creazione di un tavolo consultivo per progettare e proporre riduzioni delle servitù militari ad Okinawa.

Sul fronte nucleare, il neogovernatore della Prefettura di Kagoshima, l'esponente dell'opposizione Satoshi Mitazono, ha confermato che chiederà “tra la fine di agosto e l'inizio di settembre” alla Kyushu Electric Power di non attivare il proprio impianto di Satsumasendai. “Dato che i residenti della Prefettura sono in ansia a causa dei terremoti che hanno colpito Kumamoto, esorto vivamente la Kyushu Electric ad interrompere temporaneamente le operazioni dei reattori e dirigerò un'altra ispezione” ha affermato Mitazono.

Si è svolto, frattanto, il 20 e 21 luglio, a Tokyo, il congresso della Federazione Giapponese dei Sindacati dei Lavoratori dell'Informazione (Shimbun Roren). “I sindacati debbono lavorare come scudo contro le pressioni sui media” ha sostenuto il Presidente dell'organizzazione, Seigo Arasaki, nel proprio discorso di apertura, riferendosi alle affermazioni di alcuni parlamentari liberal-democratici nelle quali si esprimeva la volontà di “sopprimere” dei giornali, con posizioni antimilitariste, di Okinawa.

(con informazioni di Japan Press Weekly 20 – 26 lug. 2016; asahi.com; the-japan-news.com; japantoday.com; ryukyushimpo.jp; jil.go.jp)

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Tra i tanti argomenti sul tavolo al vertice ASEM (Asia-Europe Meeting) - tenutosi il 15 e 16 luglio nella capitale mongola Ulan Bator - a farla da padrone è stato il pronunciamento del Tribunale Arbitrale che ha negato i diritti sovrani della Repubblica Popolare Cinese sulle isole Spratly (o Nansha secondo il nome in uso in Cina), piccolo arcipelago nel Mar Cinese Meridionale.
L'iniziativa arbitrale era partita nel gennaio del 2013 su iniziativa unilaterale delle Filippine e non ha visto la partecipazione della RPC ai suoi lavori.

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