Dopo mesi di permanenza forzata in Spagna, l’attivista basco Lander Fernandez, insieme al compagno Aingeru Cardaño, tornerà a Roma, la città dove era stato arrestato con un’operazione di polizia in grande stile degna di un pericoloso terrorista il 13 giugno 2012.
Le accuse, tanto ridicole quanto infondate, si riferivano ad alcuni scontri armati nei Paesi Baschi in seguito ai quali Lander sarebbe stato identificato dalla polizia come etarra (membro dell’ETA, il gruppo armato che in Euskal Herria combatte per la libertà e l’indipendenza). In seguito a questo riconoscimento, secondo la procura di Roma, l’attivista sarebbe fuggito in Italia, unendosi al già cospicuo gruppo di militanti baschi in esilio forzato a Roma. Subito la richiesta d’estradizione da parte della magistratura spagnola, tristemente famosa per la sua ferocia nel perseguire gli attivisti politici e per la repressione violentissima che da anni e anni attua nei confronti della sinistra indipendentista basca. Basti pensare che nei Paesi Baschi in soli dieci anni il tribunale supremo spagnolo ha reso illegali oltre quaranta associazioni, gruppi e giornali. Chiunque solo si azzardasse a criticare questo metodo repressivo viene prontamente accusato di connivenza con l’ETA e, spesso, è arrestato.
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