I mandati di cattura emessi dal governo spagnolo per “attività terrorista” sono stati oltre seimila. E pensare che l’ETA è forte al massimo di un centinaio di militanti attivi. Chi sono allora tutti gli/le altr* basch* finiti in galera? Per la maggior parte, giovani attivisti che accusano in pubblico la repressione del movimento indipendentista basco da parte del governo, dei suoi tribunali e della sua polizia, una delle più violente del mondo. Molti di questi giovani appartengono alle organizzazioni HAIKA, JARRAI e SEGI, che da anni svolgono un lavoro di denuncia contro i soprusi della giustizia spagnola. E, indovinate un po’? Queste tre formazioni sono state accusate di “connivenza con l’ETA” e ora sono illegali. Peggio ancora, molti dei loro membri, che si contano a migliaia, sono stati incarcerati, spesso con accuse infondate, e a volte anche torturati, come dimostrano numerosi documentari esterni ed imparziali.
Il problema della repressione e degli oltre mille “prigionieri politici” (presoak politikoak in euskera) baschi è molto sentito in Euskal Herria, anche perché di frequente i presoak sono incarcerati in prigioni lontanissime dai Paesi Baschi, impossibili da raggiungere per familiari e amici. È nata per questo la campagna “Euskal Presoak Euskal Herrira” (“I prigionieri baschi nei Paesi Baschi”) e, da quando l’ETA ha deciso di rinunciare alla lotta armata, la campagna “Euskal Presoak Etxera” (“I prigionieri baschi a casa”). Sono decine le associazioni per l’amnistia, le bandiere di EPE si contano a migliaia nelle strade di Bilbao. Le manifestazioni di supporto ai prigionieri sono frequentissime (una, due al mese), e soprattutto frequentatissime: all’ultima, l’11 gennaio a Bilbao, erano presenti in 130.000. Un numero enorme: praticamente un basco su 20. E, ancora una volta, ecco a voi la piacevole sorpresa: quella manifestazione era stata resa illegale dalla giustizia spagnola. Come illegali o quasi sono ormai “Euskal Presoak Etxera” e “Euskal Presoak Euskal Herrira”, come fuorilegge sono diventati gli Ongi Etorri, i “Bentornato!” che familiari, amici e compagni di lotta organizzano tradizionalmente per i prigionieri che tornano a casa. A chi organizza un Ongi Etorri, una grande festa di popolo in cui non c’è violenza, non c’è odio ma solo felicità, adesso i tribunali spagnoli vogliono affibbiare dai cinque ai dieci anni di prigione (cercatevi su youtube “Etxean Behar Ditugu! Ongi Etorriak!!!”, una raccolta dei vari Bentornato ai prigionieri, e vedrete coi vostri occhi).
Un Ongi Etorri sarà anche quello che verrà organizzato venerdì 17 gennaio, alle ore 18, nel Largo delle Sette Chiese di Garbatella dai compagni del comitato “Un Caso Basco a Roma”, per festeggiare tutti insieme il ritorno a Roma di Lander e Aingeru. Lander, dopo essere stato ingiustamente arrestato in Italia ed essere stato poi estradato in Spagna, il 18 novembre 2013 è stato pienamente assolto dalle accuse, totalmente infondate. Dopo mesi di ingiusta detenzione sia lui che Aingeru sono di nuovo liberi e in questi giorni torneranno a Roma. Accolti dalle braccia e dai pugni chiusi di tant@ compagn@, amici e amiche, dalle ikurriña(bandiere basche), dai drappi di Euskal Presoak Etxera e soprattutto, come si conviene in un “Bentornato” tradizionale basco, dai bicchieri alzati e da tanta allegria per la battaglia appena vinta.