L’ultimo lavoro di Samir Amin (Russia and the Long Transition from Capitalism to Socialism) restituisce quello che in Occidente la sinistra cerca da un pezzo, ossia una collocazione nei rapporti internazionali che sia conseguente ad una rigorosa analisi di classe. Il tema è scottante e il libro ha già riscosso il favore della stampa di sinistra anglofona (edito dalla Monthly Review Press, recensito dal giornale statunitense CounterPunch e dal britannico MorningStar).
Vi riproponiamo un'intervista all'economista Samir Amin realizzata nel luglio 2011 da Dmitrij Palagi e Mattia Nesti per La Prospettiva. Sono passati tre anni ma la rilettura è più che consigliabile, soprattutto alla luce del dibattito che abbiamo portato avanti in questi mesi su Europa, modello di sviluppo e dimensione politica. Buona lettura.
1) Su diversi giornali e siti si parla di Primavera Araba, così come in passato si è utilizzata l’espressione Primavera Sudamericana. Si tenta anche di collegare questi processi con le varie forme di protesta europee, dagli indignados ai referendum italiani. Nonostante questo collegamento è evidente l’assenza dello spirito di Genova 2001, un senso di unità che in molti riassumevano con lo slogan “un altro mondo è possibile”. C’è stata una perdita di unità ed è mai realmente esistito un movimento mondiale anticapitalista?
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