Sabato, 30 Dicembre 2017 00:00

Vivere per lavorare. Non il contrario

Vivere per lavorare. Non il contrario.

La disumanizzazione imposta dal capitale ha trasformato il lavoratore in un oggetto al cospetto perenne delle esigenze del mercato. Fateci caso: per strada, al bar, al ristorante, persino quando siete malati o in vacanza... Dovete essere sempre rintracciabili.

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Genealogia dell'ordoliberalismo - I parte: le origini del pensiero ordoliberale

Qui la parte II, qui la parte III.

Cosa è l'ordoliberalismo? Quale è la sua genesi? Quale funzione svolge nell'ambito più ampio del neoliberismo attuale? Porsi queste domande significa riflettere sulle più vaste trasformazioni nella logica del capitalismo contemporaneo, implica andare a scovare quella frattura epistemologica nell'arte liberale di governare che ha sancito l'emergere di nuove modalità di intendere il rapporto fra stato ed economia. Questa analisi in tre parti prenderà le mosse dalla ricostruzione genealogica della governamentalità ordoliberale proposta da Foucault in Nascita della Biopolitica, per poi provare a trarne tutte quelle implicazioni sociali e politiche che possano aiutare a comprendere meglio certi meccanismi insiti nella dominazione capitalistica attuale, in questa "nuova ragione del mondo", per usare un'espressione cara a Dardot e Laval, che definisce i contorni dell'ontologia socio-economica nella quale viviamo.

Pubblicato in Umanistica e sociale

L’ultimo lavoro di Samir Amin (Russia and the Long Transition from Capitalism to Socialism) restituisce quello che in Occidente la sinistra cerca da un pezzo, ossia una collocazione nei rapporti internazionali che sia conseguente ad una rigorosa analisi di classe. Il tema è scottante e il libro ha già riscosso il favore della stampa di sinistra anglofona (edito dalla Monthly Review Press, recensito dal giornale statunitense CounterPunch e dal britannico MorningStar).

Pubblicato in Internazionale
Lunedì, 31 Ottobre 2016 00:00

Democrazia o mercato: dilemma europeo

Democrazia o mercato: dilemma europeo (a dieci mani)

Non è un periodo fortunato per i trattati transnazionali del commercio. Il TTIP (tra Unione Europea e Stati Uniti d’America) ha visto naufragare il confronto tra le parti per l’opposizione di molti governi nazionali, probabilmente in seguito alle pressioni delle opinioni pubbliche di molti paesi (tra cui quelle di Francia e Germania). Le trattative per il CETA (tra UE e Canada) parevano essere ormai concluse, ma l’opposizione della Vallonia ostacola la firma del Belgio (tutti e 28 gli stati membri dell’UE devono ratificare gli accordi). Sul Sole 24 Ore sono usciti articoli (qui e qui) che esplicitamente affrontano il tema della democrazia come ostacolo al progresso economico (la Brexit è il richiamo più immediato, ma anche i referendum della Grecia non sono così distanti nel tempo).

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Martedì, 26 Luglio 2016 00:00

Apocalissi queer - parte II

Leggi qui la prima parte

In tutta la società organizzata sulla riproduttività eterosessuale, la negatività di un sesso non riproduttivo viene caricata sulle spalle dei soggetti queer che non possono essere “redenti” da alcun fine riproduttivo, in particolare i rapporti anali, che suscitano disgusto perché rappresentano un’abdicazione del maschio alla sua virilità e alla sua sovranità. Quindi abbiamo, da una parte, i soggetti queer che cercano la propria “redenzione” nel riconoscimento dei diritti civili (matrimonio, adozione) e quindi l’inclusione nel modello di società liberale, dall’altra abbiamo queste teorie che invitano a restare ancorati alla propria specifica “negatività” che non può venire “redenta” dai diritti matrimoniali, civili e che non cerca l’assimilazione e l’integrazione in questo tipo di società, anzi “il valore della sessualità stessa è di umiliare la serietà degli sforzi di redimerla1.

Pubblicato in Società

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