La Corea del Nord intende rispondere colpo su colpo alle operazioni ostili condotte nell’Asia del Nord-Est da Repubblica di Corea e Stati Uniti (o viceversa a seconda dei punti vista). Dopo il lancio, a poca distanza di tempo, di tre missili a corto raggio che hanno salutato l'inizio delle esercitazioni congiunte RdC-USA, la RPDC ha lanciato martedì scorso (alle 5,58 del mattino, ora di Tokyo) un missile intercontinentale (forse un Hwasong-12) che ha sorvolato, secondo quanto riportato dal ministro della Difesa nipponico Onodera, i cieli del Giappone per schiantarsi nel Pacifico a 1.180 chilometri ad est di Capo Erimo, sull’isola di Hokkaido, 14 minuti dopo il lancio.
“E’ una minaccia senza precedenti, seria e grave, al nostro Paese” ha commentato nell’immediatezza dei fatti Yoshihide Suga, Segretario Generale del Gabinetto. Attivato alle 6,14 il sistema J-Alert (che avvisa la popolazione civile di mettersi al sicuro) da parte di Tokyo in 647 comuni di 12 diverse Prefetture. Subito è arrivata una risposta dalla Corea del Sud (il lancio di alcune bombe nei pressi del confine, un atto puramente dimostrativo) mentre Trump si è affrettato a ricordare nuovamente che “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
2.963.889: sono le firme ottenute da Nihon Hidankyo in calce al proprio appello per un trattato che metta al bando le armi atomiche. L'appello e le relative firme saranno inviate al Gruppo di Lavoro ONU che ha iniziato le proprie riunioni il 15 giugno.
Assente dalla discussione proprio il Giappone che ha scelto di allinearsi alla posizione di boicottaggio messa in atto dagli Stati Uniti e dalle altre potenze atomiche.
Sempre in ambito nucleare, ma questa volta civile, buone notizie per i lavoratori dell'Agenzia Atomica vittime la scorsa settimana di un incidente durante dei controlli a contenitori di materiale radioattivo: l'Istituto Nazionale di Scienze Radiologiche non avrebbe rilevato plutonio nei polmoni delle persone esposte a contaminazione.
Il 13 giugno, intanto, la Corte Distrettuale di Saga ha rigettato un ricorso collettivo volto a ritardare la riattivazione dei reattori 3 e 4 della centrale di Genkai della Kyushu Electic. Il gruppo, composto da 202 cittadini residenti in 17 diverse prefetture, farà ricorso all'Alta Corte di Fukuoka.
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