Sul fronte economico sviluppi potrebbero arrivare nel settore turistico dalla nuova legge, approvata venerdì scorso, che regolamenta il settore dell'affitto di stanze (minpaku è il termine usato in Giappone). Particolarmente soddisfatte le multinazionali del settore (le quali per altro da un punto di vista fiscale sono come l'araba fenice: “che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa”) come Airbnb il cui sito è stato utilizzato per alloggiare in Giappone da 3,7 milioni di persone nel 2016 (quasi il triplo rispetto all'anno precedente) cioè dal 15% dei 24.030.000 turisti che si sono recati nel Sol Levante in quell'anno.
Obiettivo della nuova legge è il contrasto alle pensioni illegali che operano al di fuori delle norme, in particolar modo quelle acustiche. Secondo una ricerca condotta dal Ministero del Lavoro su 15.000 pensioni registrate sui siti specializzati soltanto il 17% hanno operato nella piena legalità e circa il 31% erano aperte pur in assenza di tutte le autorizzazioni.
Proteste sono arrivate dal Partito Comunista per gli emendamenti recentemente approvati alla legge che dovrebbe far emergere dalla clandestinità le guide turistiche prive di licenza. Il rischio denunciato dal senatore Taku Yamazoe è quello di favorire quanti conducono i turisti (sono stati denunciati numerosi casi) in locali e negozi che “spennano” i visitatori con gravi danni d'immagine per il settore.
Nuovi guai intanto per Toshiba la quale ha annunciato, lo scorso martedì, che i danni chiesti dai propri azionisti per il deprezzamento delle azioni causato dallo scandalo contabile del 2015 superano i 100 miliardi di yen (circa 908 milioni di dollari). L'ultima causa, la ventiseiesima di questo tipo, è stata presentata lo scorso aprile da un gruppo di investitori stranieri (tra essi Bank of New York Mellon) i quali hanno chiesto oltre 43 miliardi di yen di danni.
Scandali anche in Fuji Xerox. Sei alti dirigenti hanno lasciato l'incarico dopo essere stati accusati di aver gonfiato le vendite effettuate da sussidarie estere (in Nuova Zelanda ed Australia). Ciò avrebbe causato perdite per circa 340 milioni di dollari. Le alterazioni sarebbero andate avanti dal 2010 al 2016.
La controllata Fujifilm Holdings ha convocato, lo scorso 12 giugno, una conferenza stampa per annunciare i risultati dell'investigazione interna affermando che le falsificazioni sono avvenute a causa di una mancanza di supervisione sulle succursali estere, un'eccessiva concentrazione di potere da parte dei due presidenti delle filiali ed un sistema di retribuzione basato sulle vendite.
Accusato di aver coperto frode anche Haruhiko Yoshida, vicepresidente di Fuji Xerox, che sarebbe stato informato di tali irregolarità a metà del 2015. Dato l'elevato utile netto della società quanto accaduto non dovrebbe avere ulteriori conseguenze sui bilanci della multinazionale.
Il 14 giugno è invece arrivata la proposta da parte del ministro delle Finanze Taro Aso di uno scambio diretto tra le valute asiatiche volto ad incentivare la presenza internazionale dello yen. Un primo scambio diretto potrebbe avvenire (è in corso uno studio da parte di una commissione ministeriale) con il bath tailandese. La Cina ha già creato un mercato per scambiare direttamente lo yuan con le valute malesi e sudcoreane.
Proprio con la Cina il Giappone “festeggia” questa settimana i quarantacinque anni della normalizzazione delle relazioni diplomatiche con un'esposizione dedicata alle tecnologie verdi organizzata tra gli altri da Keidanren.
Nei rapporti con l'Unione Europea, mentre continuano i negoziati per un accordo commerciale tra le due realtà (il 13 giugno si è svolto l'ennesimo round di negoziati), da parte nipponica potrebbe giungere un segnale di apertura e cioè un abbassamento delle tariffe doganali sul burro europeo.
In ambito militare, a dispetto delle continue punzecchiature, Cina e Giappone potrebbero avviare una linea di colloqui diretti volta ad evitare incidenti marittimi ed aerei nel Mar Cinese Orientale. Dopo varie riunioni (iniziate nel 2012) ed interruzioni nel dialogo un nuovo meeting tra rappresentanti delle due Difese dovrebbe tenersi il prossimo dicembre in Cina.
Dall'altro lato il Giappone dovrebbe aumentare la propria presenza nel mercato del globale delle armi con una preferenza nelle vendite per quei Paesi che potenzialmente potrebbero usarle contro la Cina. La città di Makuhari (Prefettura di Chiba) ha ospitato, proprio la scorsa settimana, una “expo” delle armi che ha visto la presenza di centinaia di operatori del settore.
Presente all'inziativa Hideaki Watanabe, capo dell'Agenzia per gli Equipaggiamenti, Tecnologia e Logistica del Ministero della Difesa, il quale ha annunciato un prossimo meeting con i Paesi ASEAN voto allo scambio di tecnologie e mezzi. “E' essenziale mantenere i mari aperti e stabili sotto le regole dello stato di diritto” ha affermato l'alto dirigente aggiungendo che “assicurare la sicurezza nella navigazione e nei voli contribuisce alla pace ed alla prosperità del Giappone e della comunità internazionale. La ricerca e lo sviluppo da parte del Giappone di materiale bellico di altà qualità contribuisce alla difesa nostra e di altri”.
L'industria bellica nipponica (che per altro secondo la Dichiarazione di Potsdam non potrebbe nemmeno esistere) ha un bilancio annuale di circa 16 miliardi di dollari e dal 2014, con l'allentamento delle norme in materia di esportazioni, è in fase di espansione avendo avviato progetti di ricerca comuni con Gran Bretagna, Francia ed Australia.
Proprio quest'ultimo Paese è stato il primo banco di prova per un'azienda nipponica nella competizione, in quel caso per il rinnovo della flotta di sottomarini, con altre industrie attive globalmente nel settore della difesa.
Ed un gravissimo incidente ha riguardato una nave militare statunitense, il cacciatorpediniere USS Fitzgerald di stanza nel porto di Yakosuka (Prefettura di Kanagawa). La nave, adesso tornata in porto con l'aiuto di due rimorchiatori, ha colliso con una portacontainer filippina grande oltre quattro volte (oltre 29.000 tonnellate per 222 metri di lunghezza) nell'alba di sabato.
Il bilancio è di sette marinai dispersi e tre feriti: tra essi il commodoro Bryce Benson, aviotrasportato all'ospedale militare statunitense di Yokosuka. La Guardia Costiera e la Marina nipponica hanno dispiegato sette navi e 2 aerei per la ricerca dei dispersi. Annunciata un'indagine per accertare le responsabilità. Nessuno dei lavoratori della nave mercantile ha subito danni.
A Ginevra, come già ampiamente annunciato nelle scorse settimane, è stato presentanto dallo Special Rapporteur ONU David Kaye un rapporto particolarmente preoccupato per lo stato della libertà di informazione nel Sol Levante. Nel rapporto sono state sollevate obiezioni circa le intenzioni, da parte liberal-democratica, di modifica dell'articolo 21 della Costituzione (quello per l'appunto che garantisce la libertà di informazione) e condannate indebite pressioni sui media da parte del governo. “Nessun funzionario governativo ha esercitato pressioni illegali o ingiuste sui giornalisti” ha risposto l'ambasciatore nipponico Junichi Ihara.
Democratici e comunisti hanno, frattanto, depositato una mozione di censura (ovviamente respinta ma il tentativo era di tipo ostruzionistico) verso il ministro della Giustizia Kaneda sulla vicenda del “conspiracy bill”, anche questo oggetto di critiche da parte di uno Special Rapporteur ONU. La legge è comunque passata nella plenaria del Senato del 15 giugno con i voti favorevoli di PLD, Nuovo Komeito e Nippon Ishin.
Una mozione di censura è stata depositata dal Partito Democratico il medesimo giorno contro il ministro per la Rivitalizzazione Regionale Kozo Yamamoto per le accuse di favoritismo nell'ambito del processo che ha portato all'approvazione di una nuova facoltà di Medicina Veterinaria nella Prefettura di Ehime.
Il viceministro dell'Istruzione Hiroyuki Yoshiie sentito sulla vicenda dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Consiglieri ha sostenuto che saranno avviati provvedimenti disciplinari nei confronti di quei funzionari del Ministero che hanno diffuso informazioni facendo esplodere lo scandalo, l'ennesimo, che ha riguardato i conservatori.
Diametralmente opposte le opionioni del viceministro e quelle della senatrice del Partito Liberale Yuko Mori per la quale “quella divulgazione di notizie è stata fatta nell'interesse pubblico” e dunque i funzionari che hanno passato alla stampa informazioni riservate vanno tutelati dal licenziamento o da sanzioni disciplinari.
Certo è che i documenti esistono: lo ha dovuto confermare lo stesso ministro Matsuno convocando lo scorso 15 giugno una conferenza stampa. Nelle scorse settimane il Portavoce del governo Suga aveva negato che i documenti di cui è venuta in possesso la stampa fossero reali.
In politica estera si è conclusa con un mantenimento delle rispettive posizioni sulla vicenda delle comfort women la visita di Toshihiro Nikai, Segretario del PLD, al neopresidente sudcoreano Moon. “L'accordo è stato valutato positivamente anche dalla comunità internazionale e la nostra posizione non cambia” ha sentenziato il ministro degli Esteri di Tokyo Kishida durante la conferenza stampa del 13 giugno che è stata anche l'occasione per bacchettare la Russia circa una presunta violazione per attività di ricerca che sarebbe stata effettuata da una nave russa a largo di Capo Soya in Zona Economica Esclusiva nipponica. La violazione, secondo quanto segnalato dalla Guardia Costiera giapponese, sarebbe avvenuta nella mattina del cinque giugno.
(con informazioni di Japan Press Weekly 07 – 13 giu. 2017; mofa.go.jp; xinhuanet.com; mainichi.jp; asahi.com; the-japan-news.com)