Articolo tratto da Il manifesto di venerdì 13 gennaio 2016
Incendio in capannone occupato, muore rifugiato somalo
“Ali Muse è morto per colpa dello Stato”, si legge sullo striscione che apre il corteo di un centinaio di migranti prima sotto la Prefettura di Firenze e poi nel cortile di Palazzo Strozzi, dove i richiedenti asilo occupano pacificamente le scale che portano alla mostra sull’emergenza profughi del dissidente cinese Ai Weiwei. L’esposizione resta aperta, nessuno ha il coraggio di dire alcunché ai manifestanti, arrabbiati e addolorati al tempo stesso.
Da il manifesto del 29 maggio 2016
A Sestograd rischio ballottaggio
Solo due stagioni fa, nei giorni del 40% europeo del Pd, le elezioni comunali a Sesto Fiorentino furono una formalità. I risultati certificarono il 56,7% per il partitone tricolore, la “sinistra minoritaria” di Sesto bene comune al 18,2%, il M5S all'8,5%, e le briciole alle destre divise fra loro. In meno di ventiquattro mesi è cambiato tutto. A tal punto che, per la prima volta nella storia della città, confinante con il capoluogo e a un pugno di chilometri da Prato, si andrà al ballottaggio. Lo dicono i sondaggi, ne sono sicuri i sestesi che hanno affollato piazza Vittorio Veneto, nella notte in cui le “Mamme no inceneritore” hanno riunito almeno 500 persone per una civilissima discussione con i cinque candidati sindaci, su uno dei due argomenti principali della campagna elettorale. L'altro, manco a dirlo, è l'aeroporto intercontinentale che Matteo Renzi e Marco Carrai vorrebbero costruire nella Piana fiorentina, di cui Sesto è il comune più popoloso al pari della vicina Campi Bisenzio.
Quello che doveva essere un inizio d’anno tranquillo si è trasformato in un incubo per i 314 lavoratori della storica azienda fiorentina Richard Ginori. Dallo scorso agosto in cassa integrazione con lo stop alla produzione, erano pronti comunque per ripartire il 7 gennaio. Infatti dopo gli eventi dello scorso anno, in cui si la Ginori si era trovata in una situazione a rischio di fallimento (c'è stata anche l'occupazione della fabbrica in segno di protesta a fine luglio), per fortuna nei mesi di novembre e dicembre si era raggiunto un concordato preventivo con le aziende Lenox e Apulum per rilevare l’azienda e farla ripartire appunto a gennaio.
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