Intervistato da Sergey Lozunko per “2000”, traduzione a cura di Federico Ghignoli
1) Pjotr Nikolaevich, io e Lei ci incontriamo in un periodo difficile, e ciò che sta succedendo nel Paese diventerà il tema principale della nostra conversazione. Ma vorrei cominciare da questa domanda: perché il gruppo PCU [Partito Comunista Ucraino N.d.T.] negli ultimissimi giorni ha continuato a lavorare in Parlamento? Non lo nasconderò, molti hanno espresso stupore. Più d’una volta ho sentito ragionamenti sul fatto che nel Paese c’è la rivoluzione, mentre i comunisti votano, come se nulla fosse accaduto. Quindi: perché?
La ringrazio per questa domanda. Lo anticipo, la mia risposta non sarà breve. Torniamo alla fine della scorsa settimana: il presidente è fuggito, il premier è assente, il potere locale e gli organi esecutivi sono paralizzati, il Paese è velocemente immerso nel caos, continua la violenza sui dissidenti, all’uscita da Kiev non è chiaro chi acchiappi i “titushki” [forze mercenarie che supportano il governo anti-ribelli N.d.T.], echeggiano inviti al linciaggio dei collaboratori di “Berkut” [unità antisommossa N.d.T.] e dei soldati delle Forze Armate Nazionali, e da allora sono iniziati i saccheggi; che non sono in alcun modo connessi con la politica.
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