Oltre 400 rappresentanti a Milano il 20 dicembre di oltre 170 RSU dell'industria e del pubblico impiego, quasi tutte unitarie, più i rappresentanti dei pensionati e di organizzazioni di esodati, donne senza reddito alcuno, lavoratori precari, disoccupati; un clima di combattività e di decisione a non fermarsi; un programma preciso e radicale di lotta alla controriforma Fornero delle pensioni e di rifacimento di un sistema pensionistico equo e civile; una critica dura e argomentata alla politica dell'attuale governo Letta-Alfano, per la sua rigorosa continuità rispetto al precedente governo Monti ovvero a una politica che ha scaricato sui lavoratori e sui pensionati i costi della crisi e il cui obiettivo di fondo è la redistribuzione della ricchezza sociale a favore di chi già è ricco, di una borghesia largamente parassitaria e vorace, della grande finanza speculativa; una critica dura e argomentata alle politiche recessive e antisociali dell'Unione Europea: niente male. Niente male quanto a dichiarazione aperta di un'intenzione sia politica che sindacale di lotta dura e senza paura da parte degli organismi di rappresentanza dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
In imperii mutatione civibus domini nomen solum mutat. (Nei cambi di governo per il popolo cambia solo il nome del padrone). Gaio Giulio Fedro, 20/15 a.C. circa – 51 d.C. ca., favolista latino di origine macedone.
Questo è l’unico governo possibile per il Paese ed è nato in una cornice istituzionale. Giorgio Napolitano, 1925, favolista italiano di origine partenopea.
Un giro di commenti sull'elezione di sabato di Napolitano alla presidenza della Repubblica.
Diego La Sala
Per chi avesse mancato le lezioni di cinquemila anni di storia, era arrivato un rapido ripassino nel novembre del 2011. E oggi, a grazioso beneficio degli allievi più coriacei e svogliati, ci hanno voluto dare un ulteriore pro-memoria. Il potere è nel "mondo delle forme" dello Stato, ma non è di quel mondo. Ciò, nella nostra sventurata epoca, significa che concetti quali "democrazia", "rappresentanza", "sovranità popolare", "istituti costituzionali", seppur formalmente intonsi, diventano semplici balocchi da dare in mano ai bimbi, perché si divertano un po' se proprio fanno le bizze. Ma quando è il tempo di tornare seri e di sfumare il velo dell'illusione, il gioco va strappato di mano e restituito ai legittimi proprietari, e allora hai voglia a fare bizze.
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