San Luca, dove abdica la democrazia
I giorni scorsi hanno visto un trionfo sui social, e non solo, di celebrazioni (a volte stucchevoli), di una figura politicamente e storicamente fondamentale per questo Paese, Peppino Impastato.
Il giovane attivista siciliano ucciso quella tragica notte tra l’8 e il 9 Maggio 1978, sotto i colpi di Badalamenti e i suoi “picciotti”, una pagina nera di questo Paese, su cui, per troppo tempo, s’è discusso senza conoscere né i fatti né le cause scatenanti una crudeltà tanto efferata quanto blasfema. Sappiamo tutti che al principio di quella morte ne furono dette di mille colori: sovversivo, anarchico, pazzoide, un continuo infangare una figura così importante per la lotta (iper conflittuale) a chi quel territorio lo comanda da generazioni, con la troppo spesso e neanche troppo velata, accondiscendenza di determinati amministratori.
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