Via Garibaldi, Viale San Martino, Corso Cavour, Via Principe Umberto, Piazza Mazzini, Viale Vittorio Emanuele, ecc. ecc. Le strade, le piazze, i giardini e i luoghi urbani in senso lato, delle nostre città brulicano di nomi altisonanti ma, solamente il 4% di questi appartiene a donne. A guardare le tante targhe presenti nelle nostre città siamo tristemente costretti ad affermare che nonostante la storia pulluli di tante illustri figure femminili l’evidente sessismo caratterizza l’attuale onomastica urbana. Ne parliamo con Maria Pia Ercolini, fondatrice di “Toponomastica femminile” gruppo nato per impostare ricerche e pubblicare dati con l’obiettivo di fare pressioni su gli enti locali al fine di far intitolare le prossime vie alle donne che si sono distinte sul territorio tentando di colmare la loro assenza nel Paese e poter riscoprire le molte biografie femminili cancellate dalla storia per promuovere, anche in questo modo, la parità tra donna e uomo.
1) Maria Pia Ercolini, studiosa di geografia e fondatrice del gruppo” Toponomastica femminile”, come nasce l’amore per la toponomastica?
Mi occupo di didattica di genere e studio itinerari turistico-culturali alla scoperta delle tracce lasciate dalle donne. È stata una mia alunna, durante un’uscita scolastica, a osservare l’assenza delle intitolazioni femminili. Da allora è nata la curiosità e la ricerca personale.
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