Fascismo ed antifascismo
In Austria, al recente ballottaggio per l’elezione del Presidente della Repubblica, il candidato che non fa mistero di avere simpatie nazionalsocialiste ha preso la metà dei voti espressi, tra l’altro è stata registrata un’alta affluenza. Le analisi del voto hanno evidenziato che il 75% dei lavoratori manuali hanno votato per l’estrema destra; se guardiamo altri significativi esempi in giro per l’Europa siamo oltre il segnale d’allarme, prossimamente governeranno ampie aree strategiche; in Francia recentemente le zone tradizionalmente rosse hanno votato il fronte nazionale (tra l’altro mi piacerebbe capire in che misura lo stesso Fronte Nazionale si rapporta con l’attuale mobilitazione sociale in Francia, personalmente non ho strumenti conoscitivi).
«C’è un interessantissimo testo (“The Entrepreneurial State”: Lo Stato imprenditore, ma titolato in italiano per conformismo intellettuale Lo stato innovatore), sintesi di una ricerca seria, approfondita, portata avanti da Mariana Mazzucato».
A scriverlo è Stefano Fassina, nel suo libro estivo del 2014, Lavoro e libertà.
Il libro rientra anche tra gli acquisti di agosto di Matteo Renzi da presidente del consiglio, con un’improbabile affermazione nell’articolo dell’Huffington Post che conferma l’osservazione riportata qui sopra: «tra i libri anche “Lo Stato innovatore” di Mariana Mazzucato, quasi uno slogan della politica renziana». Per chiunque legga il libro dell’economista italiana che lavora all’università del Sussex (ed è consulente del governo britannico) sarà chiaro che per ora il governo italiano non ha fatto molto altro nella sostanza oltre a proseguire le politiche che nel libro vengono contestate. In una puntata di Otto e Mezzo, dal titolo “Renzi: liberista o socialdemocratico”, in cui Giavazzi apprezza il governo Renzi, Mazzuccato afferma: da parte di Renzi “non ho ancora sentito parlare di un piano di investimento. [...] Il problema è come far venire il lavoro in Italia. [...] Bisogna parlare di una strategia di lungo termine e per ora non ho sentito parlare di questo”. Il giornalismo italiano però non ha tempo di approfondire, dovendo competere con il livello culturale del lettore medio, per provare a peggiorarlo.
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