Educazione strumento di democrazia – brevissima (ed incompleta) storia del dibattito contro la partecipazione democratica in Italia

La democrazia è il popolo. La scheda elettorale e l’apparato per votare non significano automaticamente l’esistenza della democrazia
Thomas Sankara

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Nel primo decennio del Novecento, in Italia si discute dell'allargamento del corpo elettorale; interessi diversi premono per ampliare il numero di cittadini (maschi, ovviamente) a cui estendere il diritto di voto, che è ancora considerato esercizio di una capacità e non diritto soggettivo.

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La Costituzione Democratica è un mezzo per impedire che singoli governanti cedano alle tentazioni, oltremodo pericolose, che nascono quando troppo potere si concentra in troppe poche mani.
Aldous Huxley

Un’iniziativa molto interessante e ricca di acceso dibattito quella organizzata dall’ANPI di Lastra a Signa, Radio Cora e l’Auser e che si è tenuta presso la Biblioteca Comunale di Lastra a Signa. Il tema era la Costituzione, che non smette mai di essere attuale, dato che da vent’anni a questa parte molti governi sembra passano volentieri il tempo a cercare di riformarla, o meglio a s-formarla. A parlarne sono stati Domenico Gallo, magistrato impegnato attivamente nella difesa della Costituzione e autore di numerosi libri e Francesco Baicchi, coordinatore della Rete per la Costituzione, con la moderazione (ma non solo) e le ottime domande di Domenico Guarino, direttore di Radio Cora. Senza dimenticare il contributo satirico e visivo apportato dalle vignette della giovane e promettente fumettista Olga Mazzolini che hanno colto in maniera sorprendentemente pungente ed efficace e a volte anche ferocemente ironica, i punti salienti della Riforma Costituzionale. Anche se credo, ahimé, che il riso suscitato dalle simpatiche “incursioni fumettistiche”sia stato un riso piuttosto amaro.

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Di Maurizio Pagano

La riforma del bicameralismo: critiche alla proposta attuale e idee per una soluzione differente

La proposta di riforma del bicameralismo paritario attualmente in discussione pare, a un primo sguardo, differenziarsi sensibilmente dai progetti di riforma della Costituzione che, negli ultimi decenni, sono stati avanzati, discussi e, ad eccezione di revisioni parziali, respinti. Potrebbe sembrare infatti che essa non voglia modificare in profondità l’architettura istituzionale disegnata dalla Carta del 1947, ma solo porre rimedio alle disfunzioni che, secondo ampi settori dell’opinione pubblica, sarebbero dovute alla divisione del Parlamento in due rami che esercitano le stesse funzioni. L’obiettivo di garantire una maggiore accuratezza nella produzione legislativa attraverso un doppio esame dei disegni di legge pare risolversi in un mero rallentamento della procedura quando le assemblee chiamate a svolgere questa funzione presentano la stessa composizione. D’altra parte, essendo attribuito a entrambe le Camere il potere di dare e revocare la fiducia all’esecutivo, una differenziazione nella loro durata (come quella prevista dalla prima formulazione dell’art. 60 Cost., di fatto mai applicata e infine modificata dalla legge Cost. del 9 febbraio 1963) o nelle modalità di elezione rende più difficile la formazione di una maggioranza parlamentare e conseguentemente più incerta l’investitura e la stabilità dei Governi, come è dimostrato dagli effetti della riforma elettorale n. 270 del 2005.

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Venerdì, 01 Agosto 2014 00:00

Senato: perché non abolirlo?

Appare quasi paradossale che in un Paese che subisce la più grande crisi economica degli ultimi decenni tra i principali argomenti in discussione vi siano: la rimozione di un relitto dall'isola del Giglio, i sempreverdi casi di cronaca nera e la riforma del Senato.
Quest'ultimo tema ha oramai assunto la dimensione di una specie di ossessione nazionale tanto nel ceto politico quanto nella strada: un aspetto che la dice lunga sull'impoverimento del livello di dibattito ed analisi nella società.

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