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...ovvero, parliamo ancora di Ebola. Nella fattispecie, del caso sospetto registrato nelle Marche e immediatamente diffuso dalle principali testate nazionali, in alcuni casi con titoli quanto meno fuorvianti: per quanto dal punto di vista della correttezza formale nell’italiano non cambi nulla se diciamo “un sospetto caso di ebola” o “un caso sospetto di ebola” (tanto per fare un esempio), le due espressioni hanno un impatto lievemente differente, nel primo caso l’accento è posto sul “sospetto” (quindi sul fatto che non è certo), nel secondo è sul “caso”, volendo potremmo anche leggerlo come “un caso (sospetto) di ebola”, e ad elidere la parola tra parentesi ci vuole veramente poco, specie se si è molto preoccupati o un poco in malafede.

È notizia recente la polemica relativa all’aggressione subita in Trentino da un cercatore di funghi da parte di un’orsa. La ricostruzione più sensata dell’accadimento non sembra giustificare la reazione isterica sviluppata intorno all’orsa Daniza – né lo spettacolare dispiegamento di forze per catturare la suddetta orsa, che finora si sta sottraendo alla cattura: un uomo si è avvicinato troppo a dei cuccioli d’orso, forse si è trattenuto ad osservarli (chi non ne avrebbe avuto la tentazione?), la madre si preoccupa come tendono a fare le madri di qualsiasi specie che pratichi cure parentali, e aggredisce l’intruso con il chiaro intento di metterlo in fuga. Non dubito che il cercatore di funghi “se la sia vista brutta”, nel senso che un orso da oltre un quintale che carica deve essere abbastanza spaventoso; però credo a tutti sia successo di essere aggrediti da un cane senza riportare conseguenze ulteriori ad un grosso spavento perché il cane morde l’aria, a puro scopo intimidatorio, e questo sembra essere successo in questo caso.

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