Jimmy’s Hall - Ken Loach torna a raccontare l’Irlanda: storie di odio, di amore, di rivoluzione.
Lotta di classe a trecentosessanta gradi nel nuovo film di Ken Loach, ambientato nell’Irlanda degli anni trenta. Quando il leader comunista Jimmy Gralton torna nella contea natale di Leitrim, dopo anni di esilio forzato in America, decide di riaprire la Pearse-Connolly Hall, sala da ballo che aveva costruito prima dell’emigrazione per permettere ai contadini del posto di ballare liberamente, leggere, discutere e emanciparsi dal tirannico monopolio che la Chiesa locale esercita sull’istruzione. Contro la riapertura della sala, dove Gralton mette ampiamente in circolo le sue idee rivoluzionarie e radicalmente anticlericali, si scagliano padre Sheridan, austero e anticomunista prete locale, e le formazioni fasciste della Contea. Per Jimmy, che aveva deciso di abbandonare la vita spericolata di un tempo e dedicarsi interamente
È il 1909, Dublino è una città di 305.000 abitanti, che in larga parte vivono in condizioni di estrema miseria, con i peggiori bassifondi di Europa e bassissimi salari per la maggior parte dei lavoratori: in città nasce l’Irish Transport and General Workers Union, su iniziativa di James Larkin. Il sindacalista è stato sospeso dal National Union of Dock Labourers per un’idea poco ortodossa: il modo migliore per un’unità internazionale è organizzare i lavoratori a partire dalla loro nazionalità, lavorando per “una terra di Irlanda per il popolo di Irlanda”. Dopo un periodo in galera, nel 1912, insieme a James Connolly e William O’Brien (tra gli altri), sarà tra i protagonisti della nascita del Labour Party of Ireland. La statua di Larkin la potete trovare ancora in O’Connell Street nella capitale irlandese.
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