Se ci privano del patrimonio artistico
Nei momenti di più cupo sconforto bisogna attaccarsi alle buone notizie e trarne l’energia per resistere e se possibile contrattaccare. Buone notizie sono oggi per me due nuovi libri che presentano fortissime consonanze. Parlo di Se Venezia muore di Salvatore Settis, di cui ho già recentemente scritto, e di Privati del patrimonio di Tomaso Montanari, due piccoli testi preziosi, editi entrambi da Einaudi nella stessa collana. Perché le considero due buone notizie? Perché in un tempo in cui la vulgata iperliberista sembra diventata un mantra indiscutibile, e la scarnificazione dello Stato democratico, la soppressione dei diritti, la banalizzazione della cultura si impongono come gli strumenti da scasso di un potere che in Italia ha assunto le sembianze poco rassicuranti di Matteo Renzi, il patrimonio di saggezza, competenza, amore per la nostra Costituzione e coraggio anticonformistico espresso dagli autori in queste due opere è come una una luce nel buio, una buona novella.
Il 5 maggio a L’Aquila si è tenuto il più grande raduno di storici dell’arte della storia della Repubblica italiana, Ricostruzione Civile, evento nato da un'idea di Tomaso Montanari - fiorentino e docente in Storia dell’arte moderna all'Università Federico II di Napoli – con il sostegno di Italia Nostra.
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