Mercoledì, 23 Dicembre 2015 00:00

Erri De Luca: I pesci non chiudono gli occhi

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Erri De Luca: "I pesci non chiudono gli occhi"

"L'infanzia smette ufficialmente quando si aggiunge il primo zero agli anni. Smette ma non succede niente, si sta dentro lo stesso corpo di marmocchio inceppato dalle altre estati, rimescolato dentro e fermo fuori"

Direi che raccontare una storia in chiave poetica, sia il miglior modo per esprimere e soprattutto trasmettere al lettore il vero senso di ciò che De Luca nei suoi scritti espone, con una semplicità che tocca l'anima.

Questo libro, lo intenderei come un richiamo al passato, come una mancata infanzia del protagonista, che a dieci anni ha già la maturità di un adulto e che attraverso il suo amore per la lettura, riesce a capire meglio gli adulti piuttosto che i suoi coetanei. Scrive in proposito: "Avevo imparato gli adulti dai libri, sapevo come averci a che fare. Coi coetanei invece non sapevo, oltre i turni obbligati della scuola non condividevo uno svago".

"Basta aggiungere uno zero all’uno, che l’età diventa per la prima volta a due cifre ed ecco che il gioco è fatto e sembra cambiare tutto". Dieci anni, è l'età in cui un bambino gioca con gli altri piccoli, in cui un bambino comincia a scoprire il mondo, la musica, i libri, la vita.
Questo bambino invece, scopre la lettura, scopre i romanzi, scopre il mondo adulto e con questa scoperta cambia il suo modo di essere, spinto anche dall'assenza del padre trasferitosi in America e quindi l'istinto di badare alla madre, quando sono a mare, soprattutto racconta, lo spinge ad essere un adulto consapevole in un corpo minuto, appunto, di dieci anni.

A cinquant'anni, l'autore mostra in questo libro una sorta di nostalgia per l'infanzia, della meraviglia che egli ancora possiede nel vedere le piccole cose, essenziali per la vita, come per esempio il mare, nello specifico quello in cui si affaccia Napoli, di cui parla sin dalle prime pagine, e dice: "Sul mare non è come a scuola, non ci stanno i professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua". Ed è nel mare che si svolge la sua amata pesca, che egli vede come una delle pratiche da adulto più interessanti e di cui è attratto da sempre."

Ed è sempre in questa spiaggia, di questo mare, che è ambientato questo libro. Li accade tutto ciò che serve al protagonista, per capire molte cose, come per esempio, il verbo mantenere, che egli definisce come "tenere per mano", e lo vive realmente quando per la prima volta tiene la mano della sua amica del nord, l'amante degli animali e dei romanzi gialli, con cui intrattiene conversazioni che a mio parere, vanno oltre le consuete conversazioni di ragazzi aventi dieci anni.
E lei stessa sarà a fargli capire che l'amore non è solamente una parola astratta come egli credeva guardando gli adulti, ma l'amore è una cosa tangibile, percepibile con tutti i sensi e con mille sfumature, e soprattutto attraverso i lividi, quelli del corpo, che non passano, se non con il passare del tempo.

Ultima modifica il Martedì, 22 Dicembre 2015 15:32
Vanessa Riolo

Ho 23 anni e abito in provincia di Palermo, in un meraviglioso paesino chiamato Piana degli Albanesi. Studio filosofia presso l'università degli studi di Palermo.
Amo leggere, scrivere, ascoltare musica, le poesie e amo interrogarmi su tutto ciò che mi circonda con il fine di comprendere l'essenza della vita.
Amo le belle giornate primaverili, le orchidee , il caffè e l'odore dei libri.

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